"Sono pienamente d'accordo a garantire il finanziamento" ai soci di Fiat-Chrysler "ma gli Elkann devono rinunciare alla distribuzione dei 5,5 miliardi di dividendi per la durata del finanziamento". Lo dice in un'intervista al Corriere della Sera Carlo Calenda, leader di Azione e già ministro dello Sviluppo economico nei governi Renzi e Gentiloni.
Per Calenda se da un lato "è doveroso aiutare un'impresa a pagare stipendi e fornitori", dall'altro non è invece affatto "accettabile che uno Stato indebitatissimo fornisca una garanzia per consentire a una capogruppo, che ha la liquidità, di usarla per pagare maxi dividendi all'estero ai soci".
Secondo l'ex ministro del dicastero di via Veneto, infatti, "la capogruppo ha 28.5 miliardi di mezzi propri con cash flow in peggioramento" e pertanto da questo punto di vista "sarebbe perfettamente in grado di garantire un prestito da 6,3 miliardi ad una sua controllata "o, ancora meglio, "mettere equity in appoggio a una nuova linea", ma ciò - assicura Calenda - "metterebbe a rischio la distribuzione del maxi dividendo di 5,5 miliardi previsto per il 2021" e quindi Fca o Exor "con la garanzia dello Stato può evitare impegni della controllante sulla controllata e mantenere le risorse per pagare il dividendo" conclude Calenda al quale il finanziamento a Fca dello Stato in qualità di garante non va giù.