Giuseppe Conte rinvia di due giorni l'informativa alle Camere, prevista per domani, per illustrare il nuovo decreto della presidenza del Consiglio sulla fase 2. E il centrodestra protesta, lamentando il "mancato rispetto del Parlamento" per lo slittamento dell'informativa, che il premier terrà il giorno dopo la discussione della mozione di sfiducia ad Alfonso Bonafede, presentata dall'opposizione.
"Questa mattina abbiamo appreso di impedimenti che non consentirebbero al presidente del Consiglio Conte di mantenere con il Parlamento l'impegno assunto la scorsa settimana a informare adeguatamente sui Dpcm", scrivono in una nota congiunta i capigruppo di Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia e Ncd. "Crediamo che tale rinvio vada stigmatizzato - proseguono - soprattutto perché riteniamo che alla base non vi sia alcun impegno improrogabile che, semmai, avrebbe previsto uno slittamento di qualche ora, ma riteniamo che di fondo ci sia l'imbarazzo per il ritardo insostenibile con il quale il decreto Rilancio è ancora in attesa di pubblicazione e di firma da parte del Presidente della Repubblica".
"Per questo - aggiungono - reputiamo grave che una motivazione di questa natura impedisca il rispetto del rapporto che deve sussistere tra governo e Parlamento. Riteniamo inoltre necessario che la Camera, in relazione a quanto recentemente approvato con riferimento specifico alle informative sui Dpcm, possa esprimersi formalmente con un voto su quanto il presidente Conte verrà a raccontare".
"Soltanto sabato scorso, nell'ennesima conferenza stampa, il presidente Conte si era vantato di un rapporto continuo con il Parlamento e di una disponibilità, espressa in più occasioni, alle opposizioni", commenta il capogruppo di FdI al Senato, Luca Ciriani. "Apprendiamo, invece, che a meno di 24 ore il presidente del Consiglio per imprecisati impegni improrogabili non potrà essere in Aula per informare il Parlamento su quanto deciso ultimamente dal governo sull'avvio della Fase 2", aggiunge Ciriani.
"È la conferma di un atteggiamento arrogante della presidenza, che considera Camera e Senato soltanto un podio. Eppure le prerogative costituzionali del Parlamento sono chiarissime in quanto rappresentante dei cittadini a loro volta depositari della sovranità. Una tale mortificazione dell'istituto parlamentare non e' ammissibile". Aggiunge Alessandra Gallone, vicepresidente dei senatori di Forza Italia: "Chiedere che il presidente Conte venga in Parlamento per illustrare i suoi troppo numerosi Dpcm, è come aspettare Pinkerton. Fuori di citazione non capiamo che cosa possa essere mai successo per questa ulteriore prova di 'maleducazione istituzionale' del premier".
"Noi non veniamo contattati su nulla, e io comincio a vivere anche un problema di frustrazione, perché sono rappresentante del popolo italiano, sono segretario di un partito politico", lamenta, dal canto suo, la leader di FdI, Giorgia Meloni. "Vengo inondata di messaggi e telefonate di persone che ci vogliono capire di più. Non ne so nulla", ha aggiunto la leader di FdI a Patriae su Rai 2. "È una follia prorogare di altri sei mesi, senza coinvolgere il Parlamento, lo stato d'emergenza. Serve a consentire a Conte e altre quattro persone, sedute in una stanza, se gli italiani hanno dei diritti fondamentali oppure no".