Archiviato e varato il decreto Rilancio, tutti nella maggioranza attendono un altro rilancio, quello del governo. Qualcuno addirittura ipotizza un rimpasto, ma l'idea non decolla. Non è un mistero infatti che il modo in cui si è arrivati alla stesura del decreto da 55 miliardi non sia piaciuto a molti, nè nel Pd nè nel M5s e nemmeno in Italia viva.
E se il partito di Renzi ha esplicitato le sue critiche, se i pentastellati non hanno nascosto le loro perplessità di partenza, tra i dem si fa meno pubblicità ai malumori ma essi riguardano proprio il metodo di formazione del provvedimento. Ora dunque tutti guardano avanti.
Il mood suona più o meno così: così non possiamo procedere, serve un cambiamento di metodo e di contenuti, altrimenti basterà un incidente qualunque per far saltare il banco. La convinzione di molti infatti è che se entro pochissime settimane non giungeranno agli italiani i benefici messi in campo con il dl rilancio, il cammino del governo si farà difficilissimo. Ma è chiaro che se l'attuale esecutivo cadesse, il passo successivo sarebbe molto probabilmente quello delle elezioni anticipate.
Dunque, varato il decreto, i dem chiedono un cambio di passo. Il vicesegretario Andrea Orlando sintetizza: "alcuni filoni contenuti nel dl vanno sviluppati e devono segnare la politica dei prossimi mesi", dagli aiuti alle famiglie a quello alle pmi.
Tanto che il Pd sta lavorando a un vero e proprio piano industriale per l'Italia. Altrettanto si dica sul tema della sburocratizzazione. "Su questi filoni si deve ricostruire questa nuova fase", spiega Orlando, facendo capire che il Pd non vuole un rimpasto, che rischierebbe di risolversi in un cambio di qualche ministro stile prima repubblica, ma vorrebbe, questo sì, nuove modalità di confronto per dare vita a provvedimenti che segnino un cambio di passo per il Paese, soprattutto in vista della prossima legge finanziaria. Andiamo avanti se facciamo le cose, spiegano i dem.
Italia viva chiede un nuovo approccio al premier: "Nelle prossime ore, capiremo dal Presidente del Consiglio se, sui punti che abbiamo posto, possiamo camminare insieme" spiega Matteo Renzi.
Dal M5s tutti negano di volere un rimpasto, ipotesi che ritengono inverosimile in questa situazione. Fonti qualificate del governo assicurano che "non se ne e’ mai discusso in nessuna sede, nè tra i capidelegazioni nè tra le forze politiche". L'idea è che non ci siano i margini per aprire un cambio in corsa di qualche ministro, che rischierebbe di indebolire gli equilibri attuali.
Queste le posizioni ufficiali e anche ufficiose. a taccuini chiusi tutti ammettono che l'equilibrio è precario, e i nodi politici aperti non sono irrilevanti, tanto che molti attendono con le dita incrociate il voto sulla mozione di sfiducia delle opposizioni al ministro Bonafede.
Renzi ha fatto sapere che Italia viva vuole "ascoltare il Ministro e poi decideremo anche alla luce delle conclusioni del lavoro sui contenuti in corso in questi giorni". In maggioranza sono convinti che non voterà contro il guardasigillli, ma le sorprese sono sempre dietro l'angolo.
L'orizzonte a cui la maggioranza guarda, al netto di incidenti di percorso, è quello dell'autunno, sarà quello il banco di prova per capire come proseguirà la legislatura. Il Pd si mostra sereno: se il governo cambierà passo bene, altrimenti il voto non è visto come uno spauracchio. Il M5s preferirebbe proseguire con l'esperienza di governo, anche se i malumori verso la gestione del premier non sono del tutto sopiti.
La grande incognita dunque è la fine della Fase 2 dell'epidemia e la ripresa dell'economia. Dobbiamo aspettare l'autunno- spiega qualcuno - perché allora potrà cambiare tutto, c'è chi ipotizza un rafforzamento della maggioranza, chi addirittura un suo cambio. Insomma, il rimpasto può attendere, perché per alcuni è troppo, per altri troppo poco.