Nessuna manovra di avvicinamento a Salvini e nessuna spaccatura ma solo il malumore derivante dalla sensazione di perdere peso politico e di un progressivo schiacciamento sulle posizioni del Partito democratico. Tra i parlamentari Cinque Stelle vicini a Luigi Di Maio viene descritto così il clima all'interno dei gruppi di Camera e Senato, sottolineando anche che l'ex capo politico del Movimento, al momento, sembra completamente assorbito dalla sua attività alla Farnesina, nonostante "in molti, dentro e fuori il movimento, lo stiano tirando per la giacchetta".
Nessuna trama Di Maio-Salvini
L'ipotesi di una nostalgia di Di Maio per l'ex alleato Salvini viene bollata come "fantapolitica" da fonti interne al M5s che, piuttosto, parlano di un "imbarazzo serpeggiante" nei gruppi parlamentari. Un imbarazzo derivante dal dover fare marcia indietro rispetto alla stagione del governo gialloverde: è il caso, ad esempio, delle regolarizzazioni dei migranti, sulle quali il capo politico M5s ha dato battaglia per evitare che passasse il concetto di "tana libera tutti", anche per chi aveva sfruttato l'immigrazione clandestina per il proprio profitto.
Crimi serra le fila
A cercare di serrare le fila è, ancora una volta, Vito Crimi. In una nota, il capo politico si sofferma sui risultati ottenuti dall'azione di governo del M5s: "La misura per i lavoratori stagionali, colf e badanti è diventata finalmente soddisfacente e condivisibile: non si fanno sconti o regali a chi non li merita. È in arrivo il decreto Rilancio, un provvedimento senza precedenti in favore di imprese, lavoratori, famiglie e che prevede anche risorse ingenti per la sanità e la scuola", spiega Crimi: "Senza dimenticare il reddito di emergenza. Nel frattempo il decreto Bonafede appena varato comincia a dare risultati positivi".
Insomma, "il Movimento 5 Stelle sta dando con responsabilità un contributo fondamentale al Paese in questa fase cosi' difficile e importante. Dobbiamo continuare a lavorare e a confrontarci con le altre forze di governo per ottenere i risultati migliori, per i cittadini e il Paese. Tutto il resto non ci interessa: la missione alla quale siamo chiamati spazza via qualunque rumore di sottofondo".
I dubbi sul premier
Del capo politico si fidano ancora i parlamentari vicini a Di Maio che, tuttavia, segnalano come la sua figura "di traghettatore" sembri reggere con fatica alle pressioni derivanti dalla fase politica in corso, con la lotta alla pandemia e il rapporto sempre teso con gli alleati. Più severo il giudizio nei confronti del premier: "Se il primo Conte", viene spiegato, "aveva un consenso bulgaro all'interno dei gruppo parlamentari, ora non è più così. Si è schiacciato sul Pd, lo vediamo anche sul Mes", riferiscono le stesse fonti manifestando il timore che "il meccanismo europeo di stabilità possa trasformarsi in una nuova Tav". Ovvero che possa diventare il pomo della discordia in grado di mettere in difficoltà Movimento e governo.
I sospetti sul Pd
Timori alimentati anche dalla gestione del tema delle regolarizzazioni, "che domenica sembra essere un po' sfuggito di mano, nonostante ci fosse stato tutto il tempo di farsi trovare preparati, visto che il ministro dell'Interno, già a gennaio, aveva parlato della necessità di prevedere le regolarizzazioni". Malumori e timori, dunque. Niente di più. Le voci che parlano di trame con le Lega per logorare il premier vengono bollate come fantapolitica. E, anzi, alcuni esponenti M5s puntano il dito verso gli alleati, Pd e Italia Viva, accusati di tramare per sostituire il premier con un esponente dem (si fa da tempo il nome di Dario Franceschini).
Da fonti parlamentari Pd, tuttavia, la risposta è netta: "Baggianate, paranoie: non esiste alcun piano per scalzare Conte, non c'è un disegno con le firme degli autori". Semmai, "c'è il rischio che il governo non regga all'urto dei prossimi mesi. Può accadere qualcosa di grande o di piccolo, non si può escludere. Ma che ci sia un piano per scalzare conte a settembre è una ipotesi lunare".