Silvia Romano una "neo terrorista". E il governo fa "discriminazioni", preferendo andare ad accogliere la ragazza liberata dopo 18 mesi di prigionia piuttosto che partecipare al funerale di un poliziotto. Sono, in sintesi, le parole del deputato della Lega, Alessandro Pagano, pronunciate in Aula, che fanno scoppiare la bagarre, con la iniziale dura protesta del Pd, a cui subito si sono aggiunte tutte le forze politiche di maggioranza.
Fino ad arrivare al netto biasimo del presidente della Camera, Roberto Fico: "Le parole d'odio rivolte a Silvia Romano nell'aula della Camera sono violente e inaccettabili. Montecitorio è il luogo del dibattito e del confronto, anche acceso, non la sede per formulare insulti a una giovane che viene da diciotto mesi di inferno". Una bufera che si abbatte sul leghista che, però, non ha nessuna intenzione di fare retromarcia. Anzi, nonostante la stigmatizzazione generale, Pagano va dritto per la sua strada e su facebook puntualizza: “Silvia Romano non si è convertita all’Islam moderato, ma all’Islam radicale e terrorista di 'shabaab'. Questi sono fatti, non mie personali opinioni”.
Ma i vertici leghisti, almeno ufficialmente, non si schierano al suo fianco. E Matteo Salvini, poco dopo l'episodio incriminato, pur senza citare il deputato nè fare alcun riferimento a quanto accaduto in Aula, corregge il tiro e afferma: "Il problema non è Silvia Romano, una ragazza mandata allo sbaraglio, usata dai terroristi per ottenere soldi e armi, esibita velata alle telecamere di tutto il mondo da un governo incapace di gestire l’emergenza, prima sanitaria, oggi economica e sociale. Lasciamo stare Silvia, cui auguro vita lunga e felice, e guardiamo al vero nemico, al vero pericolo: l’Islam fanatico, integralista, violento, assassino".
Dunque, è la linea del 'Capitano', "mai più cedimenti ai terroristi, mai più riscatti, mai più silenzi". Punta il dito contro il governo anche Giorgia Meloni, che però confessa: "Da patriota io farei di tutto per riportare a casa un connazionale". Detto questo, "uno Stato serio dà il segnale che non è remunerativo rapire un italiano e ora lo Stato deve andare casa per casa a stanare i rapitori". Insomma, per la leader di FdI "se da due giorni non si parla che di Silvia Romano è perchè c'era mezzo governo ad accoglierla e dovevano ostentare questa vittoria". Infine, "io credo che Silvia sia una vittima, ma confrontando le foto di quando è partita e quando è tornata non posso parlare di vittoria", conclude Meloni.
Di tutt'altro avviso Luigi Di Maio: "In questi giorni abbiamo letto e ascoltato cose raccapriccianti contro Silvia Romano. Ma oggi si è superato ogni limite", afferma il ministro degli Esteri. "La politica non può scendere così in basso", ha aggiunto. La seduta mattutina, iniziata da poco e dedicata al rito non certo appassionante della illustrazione degli ordini del giorno presentati sul decreto Covid, sembra destinata a scorrere via senza nulla da rilevare, quando prende la parola Alessandro Pagano.
Il suo intervento è un j'accuse contro il governo per le limitazioni ai riti religiosi e, in particolare, alle messe imposte ai cittadini durante il lockdown. "Abbiamo assistito al funerale di un figlio della patria, un poliziotto morto, in cui c'erano solo 15 persone e nessuna autorità dello Stato era presente, poi però quando è tornata la neo terrorista, perché questo è Al Shabbab....", ha detto riferendosi alla presenza delle autorità istituzionali italiane a Ciampino per attendere il ritorno in Italia di Silvia Romano, appena liberata dalla prigionia.
Pagano però non riesce a terminare l'intervento: la protesta della maggioranza, soprattutto dai banchi del Pd, è fortissima. E allora il leghista osserva: "C'è stata una discriminazione, capisco che vi fa innervosire...". Arriva subito il biasimo della presidente di turno, Mara Carfagna, che ritiene "inaccettabile definire neo terrorista in quest'Aula Silvia Romano". Pagano prova a difendersi: "Stavo citando un quotidiano".
Ma la bagarre ormai è scoppiata. Interviene Emanuele Fiano: “Ritengo inaccettabile che in quest'Aula si tacci una persona in assenza di qualsiasi prova di fatto, accusandola di un reato secondo il codice penale italiano, perché esiste il reato di terrorismo e di apologia di terrorismo. Non si può accettare che qualcuno pensi che quest’Aula sia di proprietà di chi si può permettere di calunniare e diffamare una persona che è stata per 18 mesi prigioniera di una banda di terroristi, senza alcuna prova che lei sia terrorista". Parole che danno il là a un fuoco di fila: il dem Filippo Sensi si dice disgustato, "il vomito", per il renziano Luigi Marattin "è uno dei momenti più bassi che ho visto finora in quest’aula". Matteo Orfini definisce i leghisti "vecchi razzisti e squallidi sessisti".
Per il capogruppo di Iv al Senato, Davide Faraone "questi sono i mandanti morali degli odiatori che in questi giorni hanno insultato, minacciato e messo in pericolo Silvia Romano". I 5 stelle definiscono "vergognosi gli insulti" rivolti alla ragazza. "Ignobili le parole del deputato leghista Pagano su Silvia Romano. Chiederò di discutere di questo caso in ufficio di presidenza per poter prendere gli opportuni provvedimenti", annuncia la vicepresidente della Camera, la pentastellata Maria Edera Spadoni.