“L’Irap è un’imposta sull’impresa che penalizza le imprese a prescindere dal reddito che possono produrre o meno”. Lo afferma Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, l’Associazione bancaria italiana, in un intervento su Il Sole 24 Ore nel quale scrive anche che l’Irap è una tassa “di dubbia compatibilità con quanto disposto dall’articolo 53 della Costituzione della Repubblica che prescrive che ‘Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva’, non certo per la quantità di attività realizzate”.
Secondo il presidente dell’°Abi, il gettito Irap potrebbe essere alternativamente compensato “con altre voci di Bilancio che potranno essere indicate dal ministero dell’Economia e delle Finanze” e in ogni caso “anche se non vi fosse sufficiente consenso per abolire in via definitiva l’Irap, è almeno indispensabile che tale imposta venga immediatamente sospesa” fino a quando non solo la pandemia sarà esaurita, “ma almeno per il periodo in cui essa svilupperà i suoi malefici effetti anche sull’economia italiana” conclude Patuelli che in questo si dice d’accordo con quanto proposto “saggiamente dal nuovo Presidente designato di Confindustria, Carlo Bonomi”.