Sulle responsabilità dirette delle diffusione del coronavirus “una commissione indipendente a livello internazionale è il minimo sindacale” e “non per andare a caccia di untori ma per capire come affrontare il virus e prevenirne il ritorno in futuro”. Lo dichiara in un’intervista a Il Foglio Quotidiano il ministro per gli Affari europei Enzo Amendola, il quale asserisce anche che “le scelte fatte dal precedente governo sulla Via della Seta le ho criticate allora, quando ero all’opposizione, e continuo a considerarle sbagliate ora” ma si sente anche di poter garantire che questo esecutivo, “a detta di tutti i suoi componenti, è saldamente euroatlantico”.
Ne è talmente convinto il ministro per gli Affari Esteri che, proprio guardando agli effetti della crisi del Covid-19 “credo che questa appartenenza non sia solo una questione di identità valoriale ma anche di interessi”. Per il fatto, sostiene Amendola, che “il 55 per cento del nostro export è con i paesi dell’Ue, l’interscambio con la sola Polonia supera quello che abbiamo con la Cina”.
Poi però sul virus e la diffusione del contagio chiosa in questo modo: “Ho ancora salvato sul mio cellulare un tweet che l’Oms fece il 14 gennaio in. Cui le autorità cinesi negavano l’evidenza della trasmissione da uomo a uomo del coronavirus. Mi pare evidente – prosegue il ministro – che ci sia stata una scarsa condivisione di informazioni” quantomeno.. però Amendola non se la sente di gettare “accuse contro nessuno” ma rilancia la commissione d’indagine indipendente, alla quale “anche il presidente Conte è tutt’altro che ostile” garantisce Amendola, convinto che “tutte le scelte di politica estera, nel pieno rispetto del lavoro di Di Maio, vengono compiute collegialmente dal governo e nell’esclusivo interesse del paese”. “D’altronde il ministro degli Esteri si è ripetutamente dichiarato europeista”.