“La Calabria ha fatto una fuga in avanti priva di senso, mi è sembrato un comportamento del tutto legittimo da parte del governo impugnare quel provvedimento”. Lo afferma in un’intervista a la Repubblica il governatore della Regione Toscana Enrico Rossi, il quale tuttavia ammette anche che “lo Stato non le ha certo indovinate tutte e farebbe bene anche a riconoscerlo” perché “dapprima ci ha lasciato ad armi nude contro l’epidemia, senza rifornimenti di dispositivi medici e di protezione nonostante gli acquisti centralizzati” quindi “hanno avvertito che avrebbero chiuso la Lombardia dando ai lombardi un giorno di tempo per fuggire ed estendere il contagio”. Perciò “basta scaricare tutto sulle Regioni”, avverte Rossi, che su Zaia chiosa così: “Un bell’atteggiamento da sbruffone dire che lui può riaprire tutto ora”.
Il governatore toscano precisa anche che lui è comunque “per la massima prudenza in questa fase perché voglio che riapra tutto davvero. Ho chiesto aperture anticipate prima sul settore dell’export. Ma l’idea del ‘liberi tutti’ è sbagliata. Dobbiamo scongiurare un ritorno al passato coi contagi”. Ciò che lo porta a prendere di petto i colleghi veneto Zaia e lombardo Fontana “e l’inconsistente Salvini” perché trova che “sbaglino a dire che sono pronti a ripartire con quei dati. Certo non potrei meravigliarmi se lo Stato facesse ripartire l’Umbria che ha registrato un solo contagio”.
Allo Stato, Rossi poi chiede “autorevolezza” perché “l’egemonia e il comando non si esercitano solo in forza della legge ma della competenza”.