"In questo momento sono un numero 8 o un numero 4. Sono un mediano di spinta. Sto in mezzo al campo e tiro qualche pedata, cercando però di impostare il gioco. C'è stato un tempo, quando ero premier, che giocavo per fare il goleador. Poi ho fatto il portiere quando ero segretario del Pd e cercavo di parere tutto. Ora voglio solo che vinca la squadra". Matteo Renzi, in un'intervista all'AGI sul tema della ripartenza, spiega qual è il suo attuale ruolo nel governo e nel campo della politica. "L'allenatore mangerà il panettone? Non lo so. Un allenatore si vede dai risultati. Io sono impegnato in tutto e per tutto affinché vinca la squadra", afferma. La partita contro l'emergenza sanitaria e quella economica come una finale mondiale. E in questa partita non far ripartire il campionato di calcio - osserva - è come dare un segnale di debolezza della "squadra Italia".
"Meno polemiche di lana caprina e più risultati". Matteo Renzi torna anche a chiedere che l'Italia invii segnali positivi, anche sulla ripresa del mondo del calcio. "Lo so che le mie battaglie non mi aiutano nei sondaggi, ma in questo momento ci vuole verità. Dire che di ripresa del campionato di calcio non se ne parla nemmeno è - osserva il leader di Iv - quasi un atteggiamento snob. È come dire che questo Paese non riesce a rialzarsi". Certo - premette - "la situazione è complicata e il calcio non è la priorità ma bisogna trovare la forza per far ripartire" in sicurezza il mondo del pallone, "il ministro Spadafora non può parlare ad uno specchio. Lo deve fare in Parlamento, è li' che si decide. Altro che roba per ricchi. Il calcio è un'industria. Ripeto, bisogna trovare la forza di ripartire".
"Dagli italiani grande prova di coraggio"
"È giusta la cautela e l'attenzione" in questa "fase transitoria" ma agli italiani va data fiducia, "hanno dato prova di un coraggio ammirevole. Tutta la retorica contro gli italiani è stata smascherata" dal modo in cui stanno combattendo contro il coronavirus e questa crisi. Cosi' Matteo Renzi in un'intervista all'AGI sul tema della ripartenza. "Gli italiani hanno dimostrato una grande forza", sottolinea l'ex presidente del Consiglio.
Gli attacchi del Movimento 5 stelle? "Li lascio alle loro considerazioni. Il punto qui non sono i problemi politici con M5s. Noi non siamo al governo per fare quello che vogliamo ma non accettiamo più che non ci sia un confronto" sui temi sul tavolo, aggiunge Renzi. "Io so soltanto che dalla plastic tax a tanti altri temi poi abbiamo avuto sempre ragione", osserva. "Ci sarà da fare - osserva il leader di Iv - una battaglia sul posizionamento dell'asse riformista ma ora preoccupiamoci di far uscire gli italiani, di far si' che possano tornare tutti al lavoro al più presto e in sicurezza".
"Puntare solo sull'assistenzialismo è sbagliato"
Il leader di Italia viva non si pronuncia ancora sul decreto da 55 miliardi che nei prossimi giorni arriverà sul tavolo del Consiglio dei ministri. "Vediamo che tipo di decreto verrà fuori ma l'auspicio - osserva - è che non ci sia solo assistenzialismo, che ci siano aiuti concreti alle imprese. Puntare tutto sull'assistenzialismo è un messaggio pedagogico sbagliato", insiste l'ex presidente del Consiglio. "Il vero tema è la liquidità, il problema delle tasse, degli affitti. Ha ragione il presidente di Confindustria Bonomi. Non basta solo il sussidio dell'emergenza. Dare i soldi a tutti ed aspettare che passi la 'nottata''", aggiunge sul tema della ripartenza. "Il tema delle liquidità finora è stato affrontato in maniera insufficiente. Serve un aiuto concreto alle imprese", osserva Renzi. I ritardi delle banche? "Alle banche non basta dire che è necessario un atto di amore, il problema però sono le leggi".
Alle imprese "servono contributi a fondo perduto. Contributi a chi fa fatica ad andare avanti". "Le imprese che sono 'vaccinate' usciranno più forti di prima, ma io sono preoccupato per chi rimane indietro, per chi non è abituato" a stare fuori dal mercato, osserva Renzi. "Serve un grande investimento" sul lavoro e a sostegno delle imprese, perché "prima o poi arriverà la rabbia" e bisogna dare delle risposte. "Chi rischia di pagare il conto è soprattutto la classe media", osserva l'ex presidente del Consiglio. "La mia paura è che l'Italia perda posizioni in classifica, che arrivi una carneficina dal punto di vista dell'occupazione".
Renzi chiede di accelerare sulle riapertura
Ecco perché Renzi chiede di accelerare sulle riaperture. "Mi spiace - osserva il leader di Iv - essere considerato un rompiscatole. So che le mie battaglie non pagano dal punto di vista del consenso ma io non guardo i sondaggi, guardo i dati Istat. Il rischio è che salti l'Italia produttiva".
Un patto per la ripartenza con tutte le forze parlamentari? "È il presidente del Consiglio che deve trovare le soluzioni. Se coinvolge le opposizioni è meglio. Io ho dato la disponibilità a discutere di tutto". Continua. "Conte sta facendo dei passi avanti", sottolinea l'ex premier, ribadendo però la preoccupazione sul tema delle riaperture perché "qui l'Italia rischia di rompersi l'osso del collo" e quindi occorre "accelerare".
"Bisogna accelerare sulle riaperture", conclude poi Renzi. L'ex presidente del Consiglio chiede dunque di "trovare al più presto delle soluzioni". "Non si può andare avanti ad aspettare il vaccino. In questa fase transitoria è importante affrontare la priorità" degli italiani che si trovano in difficoltà. "Come è possibile - si chiede - pensare che un ristoratore non apra subito o che una pizzeria possa fare solo servizio da asporto?". "Fondamentale è capire se l'Italia riuscirà ad uscirne viva", dice Renzi ribadendo che non vuole far nè retorica nè polemiche. "In questa fase della convivenza con il virus mi preoccupa il virus delle chiusure, della disoccupazione", conclude l'ex presidente del Consiglio.