Siamo al rush finale. Lo scontro tra la Regione Calabria e il Governo, aperto dall'ordinanza della presidente della Regione, Jole Santelli, che nella tarda serata di giovedì scorso ha allargato le maglie delle restrizioni, con la possibilità del servizio ai tavoli all'aperto per bar, ristoranti e agriturismi, domenica mattina ha registrato la decisione del ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, che d'intesa con la presidenza del Consiglio dei ministri, ha inviato gli atti all'avvocatura generale dello Stato per impugnare il provvedimento.
La decisione, però, è accompagnata da una sorta di ultimatum: il ricorso del Governo non verrà depositato qualora la governatrice Santelli, nelle prossime ore, dovesse revocare l’ordinanza sulle riaperture di bar e ristoranti all'aperto.
L'invito, in ogni caso, sembra destinato a cadere nel vuoto. Jole Santelli, infatti, in questi ultimi giorni ha difeso a spada tratta la sua decisione: "L'ordinanza ha un solo obiettivo - ha detto - aiutare la ripresa economica della mia terra. O ci siamo noi a dare delle risposte, oppure questo territorio diventerà preda di chi le risposte purtroppo le dà, e le dà velocemente, e si chiama criminalità organizzata”.
“I ristoranti – ha detto ancora l'esponente di Forza Italia in diverse interviste televisive - non li ho aperti io ma il Governo, prevedendo la possibilità dell'asporto e l'apertura delle cucine e tutto ciò che ne consegue. Io ho aggiunto la possibilità di qualche tavolo fuori che non mi sembra uno scandalo. Ho interpretato estensivamente il provvedimento del Governo? Forse. Il ministro Boccia dice di diffidarmi, vogliono impugnare, io ovviamente non ritiro la mia ordinanza”.
Sempre in tv è arrivata la replica del ministro Boccia: "La presidente Santelli - ha detto - sa che il luogo del confronto è il tavolo permanente con le Regioni. E mi dispiace che lei non si è nemmeno confrontata nelle ultime due videoconferenze. L'ho anche chiamata. Già giovedì sera ha ricevuto la diffida. Mi auguro che la presidente Santelli segua le regole, quelle che disciplinano la vita nelle istituzioni. Lei le conosce bene e sa che quell'atto è illegittimo".
Nel pomeriggio di domenica Boccia ha poi sottolineato: "Siamo stati costretti a mettere davanti a tutto la sicurezza. Ci sarà un motivo se 19 presidenti di regione non hanno fatto la scelta della Calabria... Ci siamo confrontati con tutti, quando c'è stato bisogno abbiamo fatto approfondimenti e fatto un'ordinanza coerente. L'eccezione è stata la Calabria".
Fin qui lo scontro tra Governo centrale e Regione Calabria, destinato, a quanto pare, a proseguire anche nelle prossime ore. Ci sono poi le polemiche con i gruppi di opposizione, Pd in testa; quelle legate al numero dei tamponi, con un botta e risposta tra le forze di maggioranza che sostengono il Governo e la Regione, e, infine, quelle con i sindaci calabresi. Questi ultimi, infatti, in gran parte hanno per il momento sospeso l'applicazione dell'ordinanza regionale, chi per scelta, chi per organizzarsi al meglio proprio con gli interessati, rinviando qualsiasi decisione finale ai prossimi giorni. Tutto questo mentre, fortunatamente, arrivano notizie rassicuranti dai bollettini quotidiani del coronavirus, che già da qualche giorno in Calabria parlano di zero o di pochissimi nuovi casi positivi.