“Dal 4 maggio rimettiamo al lavoro quattro milioni e mezzo di italiani, tra costruzioni, manifattura, servizi collegati, ovviamente nel rispetto dei protocolli” ed è “una base per poter fare una riapertura progressiva e completa. Sarà un test importante. Dipenderà dai buoni comportamenti. Un’apertura a ondate permette di verificare la robustezza del sistema”. È quanto afferma al Corriere della Sera, Vittorio Colao, il manager a capo della task force di esperti incaricato dal premier Conte di orientare e consigliare il governo sul modo migliore di procedere per arginare l’avanzata del virus e proteggere la salute degli italiani.
Colao aggiunge anche che l’applicazione tecnologica individuata a garanzia del controllo circa l’espansione del virus “potrà servire se arriva in fretta, e se la scarica la grande maggioranza degli italiani” per questo “è importante lanciarla entro la fine di maggio; se quest’estate l’avremo tutti o quasi, bene; altrimenti servirà a poco” chiosa. Quanto ai timori circa un’intrusione nella privacy individuale e collettiva del Paese, Colao assicura che “non è così” e che “non è stato scelto il sistema centralizzato, che manteneva l’identità di tutti i contatti” mentre “è stata scelta l’altra soluzione, quella Apple-Google in cui “i contatti stanno solo sui telefonini delle persone”.
Poi il manager sottolinea che quando si scopre di essere contagiati, “sono io che metto dentro un codice, che rilascia una serie di codici alle persone con cui sono entrato in contatto. Tutto avviene in modo anonimo: l’individuo viene informato dal sistema, ma il sistema non sa chi sono i due; la privacy dei due individui è mantenuta. Nessuno conosce l’altro. Il sistema sanitario locale — se vorrà — potrà disegnare l’App in modo da contattare i cittadini, ma in trasparenza”. E si confida che “se gli verrà spiegato bene” gli italiani scaricheranno l’app sul proprio telefonino.
Ambizioni politiche? Alla domanda, il manager che continua a risiedere a Londra e lavora da casa in smart working, assicura quanti temono una sua possibile scesa in campo: “Non ho nessuna intenzione di fare politica. Mi è stato chiesto di aiutare a gestire una fase complicata, con un gruppo di persone esperte di diverse materie”. A coinvbolgerlo è stato “il presidente Conte” in persona e “alla fine tornerò al mio lavoro”.
Circa le misure del rilancio, Colao dichiara che “siamo all’inizio” ma “abbiamo l’opportunità di fare in ognuno di questi campi cose che avrebbero richiesto molto più tempo. Mai lasciarsi sfuggire una crisi” perché “è l’occasione per rilanciare tutto il sistema Italia” Il Paese infatti ha colto l’occasione per imparare “a usare le nuove tecnologie, i nuovi strumenti per comunicare. Dobbiamo ammodernare i modelli commerciali delle nostre imprese. Aumentare la partecipazione femminile al lavoro, sostenendo al contempo la natalità, aiutando le madri che lavorano” conclude Colao.