“L’aspettativa che il 4 maggio si sarebbe riaperto era stata creata dalla comunicazione del governo”. È delusa la presidente di Fratelli d’Italia dalle decisioni del governo sulla Fase 2. E la esprime in un’intervista al quotidiano La Stampa nella quale ricorda che “da settimane, per fini di propaganda, veniva evocata la fine del blocco”, dopodiché però il capo del governo “ha convocato una conferenza stampa quasi a reti unificate solo per farci sapere che in tutto il mondo gli chiedono gli autografi, e che la tanto attesa “fase 2” ci consentirà di andare a trovare i parenti, perché nella sostanza nient’altro cambia” taglia corto Meloni, che parla anche della “confusione che Conte ha creato”.
Secondo la leader di FdI quello che “a me spaventa”, dichiara inoltre, “è la sciatteria con cui vengono prese certe decisioni, senza mai confrontarsi con i diretti interessati, si tratti dell’episcopato o delle categorie economiche interessate alle riaperture: nessuno – insiste – le ha consultate. Il governo trova normale incidere su libertà fondamentali degli italiani attraverso semplici atti amministrativi che, volendo, sarebbero perfino impugnabili davanti al Tar”, attacca.
Timorosa che presto “esploda la bomba sociale, e che ci ritroviamo poi con un gigantesco problema di ordine pubblico” perché “presto la gente rifiuterà di stare chiusa in casa a morire di fame”, Giorgia Meloni rispetto all’idea del suo alleato di centrodestra Matteo Salvini che sembra voglioso di scendere in piazza, però dichiara: “Anch’io sono sollecitata da migliaia di persone avvelenate, in preda alla disperazione, che non ne possono più di limiti spesso assurdi imposti alle nostre vite” ma aggiunge anche che, a voler “essere sincera”, “finché dura il contagio andare in piazza significherebbe mettere in pericolo chi partecipa alla protesta. E l’opposizione sarebbe accusata di alimentare l’epidemia”.
Meloni dunque sembra frenare i bollenti spiriti del leader della Lega e si limita a dire che “stiamo ragionando su come mettere in piedi iniziative forti ma compatibili con le regole, se possibile già in vista del primo maggio”, ma “non mi faccia dire di più” prega rivolgendosi al cronista.