È preoccupato Gaetano Manfredi, il ministro per la Ricerca e l’Università, e lo esprime in un’intervista a La Stampa nel corso della quale afferma che i suoi timori derivano “per le ricadute che la crisi economica potrebbe avere sulle iscrizioni all’università”. “Questa crisi – riflette – ci ha insegnato che abbiamo bisogno di più competenza, ricerca, scienza” quindi “il rischio di un calo di immatricolazioni sarebbe un pessimo segnale per la ripartenza del Paese”. Infatti, dopo la crisi del 2008 si registrò un calo del 20% delle iscrizioni alle università, ricorda Manfredi, ed “ecco perché – dichiara – stiamo pensando di introdurre misure di sostegno economico per gli studenti”.
Manfredi poi rammenta che “solo quest’anno eravamo riusciti a tornare ai livelli pre-crisi, ma oggi siamo più robusti, perché dopo quello shock venne introdotta la ‘no tax area’, che permette a un numero cospicuo di studenti provenienti da famiglie a reddito basso di non pagare le tasse universitarie”. Si è trattato di uno strumento importante, ragiona il ministro, e adesso “in base a una stima sulla riduzione dei redditi, moduleremo e amplieremo lo strumento della ‘no tax area’” garantisce.
Poi il titolare del dicastero dell’Università assicura che dopo il 4 di maggi “riprenderanno a pieno regime le attività di ricerca negli atenei e negli enti pubblici” e “daremo la possibilità di svolgere attività individuali in laboratori, biblioteche e strutture per tirocini. Proseguirà, invece, la didattica a distanza fino a luglio». Per quanto riguarda poi esami, lauree, esercitazioni, “lasceremo – aggiunge – la possibilità agli atenei di prevedere la presenza fisica dello studente, a patto che si rispettino le prescrizioni di sicurezza sanitaria e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale”.