A poche ore dal via libera del Consiglio Europeo all'utilizzo del Mes per contrastare gli effetti economici del coronavirus nel Vecchio Continente, i partiti italiani sono ancora alle prese con i rapporti interni ai rispettivi fronti. E, al momento, a soffrire di più sembra essere l'opposizione. Perchè il ricorso al Meccanismo Europeo di Stabilità nella sua versione aggiornata e corretta alla luce del coronavirus è salutato positivamente dal Partito Democratico e dal resto della maggioranza, con il Movimento 5 Stelle che 'accoglie con riserva' la decisione del consiglio Ue.
Sì con riserva da M5s
Il Capo Politico del Movimento - che proprio oggi vede il suo mandato prorogato in virtù dell'emergenza - assicura che "senza condizionalità vere, valuteremo il Mes. E' ovvio che non possiamo non valutare la situazione in cui non vi siamo condizionalità". In altre parole, se il ricorso al Mes non prevederà delle condizioni 'capestro' simile a quelle adottate per la Grecia dopo la crisi del 2008, il via libera del M5s è assicurato. E quelle condizioni, al momento, sembrano non esserci: la versione riveduta del Mes prevede, infatti, che si possa accedere a linee di finanziamento senza alcuna condizione fino al 2% del Prodotto Interno Lordo dello stato che lo richiede.
Le rassicurazioni di Gentiloni
Questo, sempre che il finanziamento sia destinato a spese sanitarie. E, stando quanto riferisce il Commissario Europeo agli Affari Economici, Paolo Gentiloni, è proprio questo il caso italiano. Il Mes "è una linea di credito vantaggiosa per lo Stato che dovesse chiederla e con un'unica condizionalità, cioè che i soldi siano spesi per sanità e prevenzione", spiega l'ex premier: "Sinceramente non mi sembra la Troika, poi ogni Stato fa le sue valutazioni".
Ora si guarda a Recovery Fund
Ma dello stesso avviso è anche un esponente di spicco dell'opposizione italiana come il vice presidente di Forza Italia, Antonio Tajani, per il quale è stato fatto "un primo passo in avanti al Consiglio europeo. Bene il Mes senza condizioni, Sure e le azioni della Bei. Ma l’Europa faccia in fretta sul Recovery Fund. Contro il Covid19, in aggiunta ai fondi della Banca centrale europea, serve altra liquidità per imprese, famiglie e lavoratori".
Ovvero il Recovery Fund, che è la vera partita che si troverà a giocare l'Italia da qui a quando l'Euurogruppo e la Commissione Europea si troveranno a dover decidere entità e strumenti del fondo di ricostruzione da mettere in campo e sul quale ieri il Consiglio ha investito, appunto, l'esecutivo di Bruxelles. “Ieri abbiamo aperto una strada nuova, abbiamo deciso tutti insieme su delle nuove linee di politica fiscale che non esistevano e abbiamo dato luce verde a questo Fondo per la ripresa, adesso negozieremo, nelle prossime settimane la Commissione farà la sua proposta. L'obiettivo è chiudere entro giugno", annuncia il ministro per le Politiche Europee, Vincenzo Amendola.
Il via libera di Berlusconi
A non vedere troike all'orizzonte è anche Silvio Berlusconi: "Ieri è stata messo in campo un insieme di strumenti molto utili per noi: i finanziamenti della Bei per la realizzazione di infrastrutture, il fondo Sure per la cassa integrazione, il Mes senza condizioni, senza troike, senza cessione di sovranità, purché destinato alla spesa sanitaria. Rimane il grande tema del fondo per la ricostruzione", ha spiegato Berlusconi che, nel pieno della crisi di subprime, ha dovuto lasciare Palazzo Chigi pressato dall'impennata dello spread e dalla minaccia della troika europea che incombeva sull'Italia.
Meloni fallisce il blitz
Dall'altra parte della barricata, nel fronte anti Mes, si muovono ancora Lega e Fratelli d'Italia. Giorgia Meloni ha provato oggi a 'stanare' il Movimento con un ordine del giorno che impegnava il governo a dire un 'No' secco al Mes. Il tentativo non è andato in porto, i Cinque Stelle alla Camera hanno mostrato di tenere: sono stati "solo sette i deputati a votare in dissenso su oltre cento", è l'analisi di fonti parlamentari M5s: "Numeri che non preoccupano assolutamente. E poi era un ordine del giorno...". E, d'altra parte, lo stesso Vito Crimi, prima del voto di oggi, aveva sottolineato che "nella maggioranza non c'è nessuna difficoltà, noi siamo molto sereni e non ci facciamo trascinare dalle fake news che diffondono FdI e Lega".
Il Pd respinge le 'chiacchiere'
Anche dal Pd arrivano parole che denotano sicurezza nella tenuta della maggioranza. Il Mes, spiegano fonti parlamentari, "non è un tema che può mettere in difficoltà la maggioranza in questo governo", spiegano fonti parlamentari. E il vice segretario dem Andrea Orlando sottolinea: "C’era una proposta in campo, il Recovery Fund, necessaria alla ripartenza e c’erano dei Paesi che hanno tentato di levarla di mezzo. Alla fine è rimasta in piedi e si lavora per attuarla. Il dato politico è questo. Il resto sono chiacchiere".
Prosegue l'offensiva di Lega e FdI
La partita di Meloni e Salvini, però, non si esaurisce al voto sull'ordine del giorno. L'esponente leghista Massimo Garavaglia annuncia durante la dichiarazione di voto alla Camera una mozione di sfiducia contro il ministro dell'Economia: "Il Paese e le imprese italiane vogliono riprendersi la loro libertà e l'unica via è liberarsi di un governo inadeguato che ci ha svenduto all'Europa e cominciano annunciando che già oggi alla Camera e al Senato la Lega presenterà una mozione di sfiducia nei confronti del ministro Gualtieri".