Il 25 aprile 11 anni dopo Onna (“è la festa di tutti”), i fondi del Mes (“il nostro voto sarebbe favorevole”), la forza della Ue (“sì Recovery Fund, stop no euro”), la linea Draghi e la lentezza del governo per il dopo. Chiacchierata con Silvio Berlusconi
Ciò che ha più colpito il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi in questa emergenza pandemica da Covid-19 è “la disciplina” del Paese, perché “questa volta la grande maggioranza degli italiani ha risposto con senso civico, rispetto delle norme, partecipazione a uno sforzo collettivo. Abbiamo saputo essere nazione, ritrovarci insieme”. Lo dice in una lunghissima chiacchierata con Il Foglio nel giorno del 25 aprile, che l’ex presidente del Consiglio dice “deve essere veramente la festa di tutti, perché è intorno alle nostre libertà, al nostro modo di vivere in. Una società democratica, che tutti gli italiani si uniscono come si sono uniti nella risposta all’emergenza!.
Ma Berlusconi affronta anche altre tematiche di ampio respiro, come il Mes, per il quale il leader di Forza Italia torna a ribadire che “il nostro voto non potrebbe essere che favorevole” e si dispaice che gli alleati del centro-destra, Salvini e Meloni, “non siano su questo punto della mia stessa opinione” e cita i latini nella massima “amicus Plato sed magis amica veritas”. Dubbioso e preoccupato inizialmente delle lentezze dell’Europa, oggi Berlusconi si dice convinto che la Ue “è scesa in campo con una serie di strumenti estremamente importanti” come la decisione al vertice di giovedì scorso “di dare il via libera al Recovery Fund” ritenuta da lui stesso “molto importante” e “un passo sula strada giusta” anche se “bisognerà vederne la concreta realizzazione”.
Un passaggio della sua lunghissima conversazioner con il quotidiano diretto da Claudio _Cerasa, il leader di Forza Italia lo dedica anche a Mario Draghi, l’ex governatore Bce con il quale si dice “totalmente d’accordo” quando quest’ultimo ha espresso il concetto secondo il quale “davanti a circostanze imprevedibili per affrontare questa crisi occorre un cambiamento di mentalità, come accade in tempo di guerra”.