“O si sta con l’Europa o si sta fuori dall’Europa, magari sperando al Mes cinese”. È risoluto l’ex ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta, che in un colloquio con Il Foglio dice che “questa sul Mes è davvero una ideologica, masochistica, stucchevole pantomima”.
Tanto più, aggiunge, che “ne parliamo solo noi in Italia, alimentando sospetti e sfiducia nei mercati che infatti ci puniscono con lo spread”. L’esponente di Forza Italia spiega poi che “il Mes non è affatto una polpetta avvelenata” ma semmai “è uno strumento di garanzia per l’Euro e per i paesi colpiti da crisi asimmetriche-“. “Non capisco perché demonizzarlo”, chiosa.
E tanto più adesso, “che è stato alleggerito dalle sue condizionalità macro” e così “ci sono tutte le condizioni per utilizzarlo in questa sua nuova versione ‘soft’, traendone dei vantaggi”, primi tra tutti “le spese sanitarie indirette” per le quali “spendere i fondi del Mes” oltre agli interventi di sostegno alle imprese colpite da lockdown. E sottolinea Brunetta: “Se iniziassimo a presentarlo così ai nostri imprenditori, la percezione del Mes cambierebbe”.
Poi Brunertta sottolinea che anche la durata dei prestiti del Mes sarebbe importante, specie “se si trattasse di prestiti a lunga, lunghissima durata” e “a tasso prossimo allo zero, sfruttando la garanzia della tripla A, ben al dsi sotto dell’1,7 per cento a cui piazziamo (se li piazziamo) i nostri Bot decennali”.
Infine, conclude Bunetta, “se si riuscisse a garantire l’utilizzo del bazooka della Bce in questo caso” il Mes “sarebbe un trionfo” e in questo senso “faccio fatica a comprendere” perché Salvini non lo capisce. Quindi un appello al premier Conte “a venire alle Camere per fare chiarezza una volta per tutte” sul “rapporto con la Cina “ e su chi “più di tutti“ lo coltiva, perché “per parte mia so che voglio restare nel club dell’Europa. Una posizione forse minoritaria, nel Parlamento italiano, se sommiamo i voti di Lega, FdI, M5s e LeU”.