Sul Mes, al di là delle fibrillazioni continue tra Pd e M5s, per ora è solo la Lega che sta cercando di seminare delle trappole al Senato. I lumbard puntano a mettere in difficoltà i rosso-gialli con un voto sulla relazione dell'esperto Calderoli quando la settimana prossima approderà il premier Conte nell'emiciclo di palazzo Madama.
La tensione tra il partito di via Bellerio e le forze che sostengono l'esecutivo è sempre più alta. Salvini difende l'operato del governatore Fontana dagli attacchi dei dem sul dramma delle Rsa e dei pentastellati secondo i quali il modello lombardo è fallito. "È un attacco al cuore del sistema Lega", dicono i dirigenti del Carroccio. Il partito di via Bellerio per questo motivo ha fatto partire una campagna social e minaccia di ricorrere a livello legale per la diffusione di quelle che vengono considerate delle vere e proprie fake news. Inoltre fa quadrato anche su Zaia che, così come Fontana, punta a riaprire tutto dal 4 maggio (l'ipotesi in Lombardia è quella di spalmare il lavoro non su 5 ma su 7 giorni).
I lavori per la 'fase 2' vannno a rilento
Le regioni del nord quindi spingono (il Piemonte è l'unica regione a frenare) ma il governo continua ad invocare prudenza e insiste sulla necessità di una 'regia nazionale' (nel fine settimana i ministri Boccia e Speranza riuniranno i governatori). La stessa richiesta arriva dai sindacati. Ma i lavori della 'fase due' vanno a rilento visto che oggi non si è riunita la task force guidata dall'ex Ad di Vodafone Colao che in un primo momento avrebbe dovuto consegnare il piano per la ricostruzione entro il week end. E cresce sotto traccia, soprattutto in Italia viva ma anche nelle altre forze della maggioranza, il malessere per la mancanza di un piano sulla fase due.
È soprattutto Renzi a sostenere la necessità di accelerare, anche se Di Maio sottolinea che il rischio è quello di ritornare da capo. Intanto il governo continua a lavorare sul dl aprile. Lunedì ci sarà il Cdm sul nuovo scostamento di bilancio e in quell'occasione non si esclude che non possa essere aggiornato l'elenco del codice Ateco, con la riapertura di alcune fabbriche (in primis quelle legate alla moda e al made in Italy). Il Parlamento voterà dopo la riunione del Consiglio europeo. Serve la maggioranza assoluta con la Lega e Fdi che hanno già fatto sapere che potrebbero non votare con i rosso-gialli.