C'è stato il primo contatto tra il comitato tecnico-scientifico e il comitato economico presieduto dall'ex Ad di Vodafone, Vittorio Colao. Sullo sfondo restano, riferiscono fonti ben informate, sfumature diverse su tempi e modalità delle riaperture delle fabbriche e la fine del lockdown ma entrambi i comitati si muovono con la consapevolezza che sarà poi il governo a decidere il da farsi.
L'esecutivo, con la premessa della prudenza (linea portata avanti soprattutto dal ministro della Salute, Roberto Speranza) e della necessità di valutare sulla base dei dati epidemiologici, sta lavorando alla possibilità di aggiornare l'elenco dei codici Ateco delle attività che potrebbero ripartire anche prima del 3 maggio.
Non è detto che sia il settore dell'auto e della metallurgia, più facile - riferiscono le stesse fonti - che ad avere prima il disco verde sia il settore del tessile, della moda, dei macchinari per l'agricoltura. In ogni caso una decisione finale verrà presa solo nei prossimi giorni. E sarà il presidente del Consiglio ad assumersi la responsabilità. Nessuna intenzione di concedere deleghe, viene spiegato.
Ma al di là dei suggerimenti dei comitati (app, test seriologici, distanziamento sociale, differenziazione degli orari di lavoro tra uffici e aziende e tante altre misure ad hoc per la ripartenza) ci sono regioni che continuano a muoversi in autonomia. La Lombardia, per esempio, punta a ripartire già dal 4 maggio, seguendo la 'regola' delle 4D (distanziamento, dispositivi, digitalizzazione e diagnosi). Ma il governo è rimasto spiazzato dalla richiesta. Ritiene che non si possa procedere in ordine sparso. Serve - questa la tesi - un piano articolato, altrimenti si rischia che il contagio riprenda.
E mentre diverse associazioni propongono una petizione sulla possibilità di commissariare la sanità lombarda, prosegue lo scontro sull'operato di Fontana tra le forze politiche. Con sullo sfondo l'inchiesta sul Pio Trivulzio e le prossime mosse del governatore. "La richiesta della Lombardia di avere il via libera alle attività produttive a partire dal 4 maggio è un errore. Da sempre Fontana ha sostenuto una linea rigorosa e fortemente restrittiva e oggi, sorprendentemente, decide - non si comprende sulla base di quali dati - di aprire. Andare in ordine sparso rischia di alimentare confusione nei cittadini e nelle imprese", dice il viceministro al Mise e deputato M5S lombardo Buffagni.
"Buone notizie dalla Lombardia: il governatore ha annunciato la riapertura 'intelligente' dal 4 maggio chiedendo al governo di 'chiuderla con le chiusure'. È un bene che dalla Lombardia arrivi questo messaggio di speranza, con cautela ed intelligenza: un reclusione che andasse avanti sarebbe un disagio economico e sociale irrimediabile", ha ribattutto il leader della Lega Matteo Salvini. "Se accertati errori ne risponderò", osserva in serata il governatore della Lombardia che però chiarisce: "No a speculazioni. Ci sarà stato qualche errore ma non quelli che ci vengono contestati".