Ancora divisioni e distinguo nella maggioranza di governo sulla possibilità di ricorrere al Mes per le spese sul fronte sanità. Resta il muro innalzato dal Movimento 5 stelle, contrario al ricorso al Fondo 'salva Stati'. Mentre Pd e Iv sono favorevoli a utilizzare le risorse, senza condizioni, per fronteggiare l'emergenza sanitaria a seguito del Covid-19. Il Mes divide anche le opposizioni: Lega e Fratelli d'Italia sono pronti alle barricate per impedire al governo italiano di ricorrere al Mes, mentre Forza Italia apre all'utilizzo delle risorse per le spese sulla sanità.
In vista del summit dei capi di Stato e di governo dell'Unione europea, in programma il 23 aprile, si accentuano le differenti posizioni all'interno dei giallorossi. Con i 5 stelle che 'chiamano in causa' il premier rifacendosi a quanto detto nell'ultima conferenza stampa: "C'è una trattativa in corso. Uso le parole di Conte: il Mes è uno strumento antiquato. Forse è arrivato il momento di un mea culpa europeo perchè l'austerity ha provocato tagli sulla spesa pubblica e questo ha indebolito la sanità pubblica", spiega il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Favorevole al ricorso è invece il Pd, alla luce dell'assenza di condizioni se le risorse vengono destinate alla sanità. “Ho fiducia nell’impegno preso da Conte sui tavoli europei e ne attendo l’esito", premette il segretario dem Nicola Zingaretti. "Da presidente di regione più che da leader politico dico che se esisterà la possibilità, senza condizionalità e rispettando la sovranità italiana, di avere dei miliardi a sostegno della nostra sanità credo che dovremmo prenderle queste risorse, ci servono per gli ospedali e per la nostra sanità", conclude Zingaretti. Ancor più netto Matteo Renzi, secondo il quale "il Mes senza condizionalità va usato di corsa, piaccia o non piaccia ai populisti di maggioranza e opposizione. E vedrete che l’Italia userà tutto: Bce, Mes, Sure, Recovery Fund. Tutto”.
Per Emma Bonino "le polemiche sul Mes sono demagogiche e idiote". Anche nel centrodestra si accentuano le distanze: per Silvio Berlusconi "sarebbe un errore clamoroso dire all'Europa 'faremo da soli' e rinunciare ai 36-37 miliardi senza condizioni per finanziare il nostro sistema sanitario, tra l'altro a tassi inferiori a quelli di mercato. Quindi dobbiamo assolutamente non dire di no al Mes". Il leader azzurro, viene spiegato, ritiene invece "sbagliato" se le "garanzie del Mes" agissero come lacci per "strangolare l'economia in una situazione già di "sofferenza" o, ancor più grave, se rappresentassero "un esproprio della sovranità nazionale".
Di tutt'altro avviso Matteo Salvini, che del 'no' al Mes ha fatto una battaglia che vede la Lega in prima fila, chiedendo che il governo e il premier si presentino in Aula, non avendo "mai" ottenuto un mandato del Parlamento. Tanto che la Lega annuncia una risoluzione da votare alle Camere così "gli italiani avranno chiarezza". Per il leader leghista usare il Mes sarebbe "come andare dallo strozzino". Sulla stessa linea Giorgia Meloni: "Aspettiamo che Conte venga in Parlamento, come credo sia giusto fare sul tema del fondo salva stati prima del prossimo Consiglio europeo, perché al di là degli scontri verbali rimangono i fatti. I fatti dicono che il ministro Gualtieri ha dato il via libera a un documento nel quale c'è il Mes come possibilità per affrontare la crisi mentre non ci sono gli eurobond. Chiediamo al presidente del Consiglio di disconoscere questo documento al Consiglio europeo. Se così farà, Conte era sincero, se no qualcosa non torna né si può distogliere l'attenzione attaccando l'opposizione”.