Un intellettuale vicino alla politica, ma che non si è mai riconosciuto negli apparati di partito. È morto, a 81 anni, Luciano Pellicani, sociologo e giornalista, storico direttore della rivista del Psi Mondoperaio. Nato in provincia di Bari nel 1939, Pellicani si avvicina alle idee del socialismo riformista fin dagli anni universitari.
Cresce a Napoli con la madre e nel 1964 si laurea in Scienze politiche con una tesi su Antonio Gramsci. Lavorando alla tesi, però, Pellicani si convince che "il comunismo non era una buona idea realizzata male. Era proprio un’idea sbagliata". A quel punto abbraccia le idee del socialismo riformista, che lo accompagneranno per tutta la vita.
Nel 1976 arriva l'incontro con il segretario del Psi, Bettino Craxi. Il leader socialista, in un articolo, cita un saggio di Pellicani su Eduard Bernstein. Così il sociologo decide di contattarlo e ha inizio una intensa collaborazione. Nel 1978, sull'Espresso, esce l'articolo di Craxi 'Il vangelo socialista' in cui viene rivalutata tutta l'esperienza del socialismo umanitario e liberale e attaccata l'ideologia marxista-comunista. Il ghost writer del pezzo è proprio Pellicani.
Nonostante la fitta collaborazione con Craxi, il sociologo resterà sempre un intellettuale lontano dagli apparati di partito. Alla vita del Psi, infatti, contribuisce quasi esclusivamente con saggi e articoli e, dal 1985, dirigendo lo storico periodico di area socialista Mondoperaio. Rivista che Pellicani decide di chiudere dopo lo tsunami di Mani Pulite e lo scioglimento del partito.
Nel 1998 torna ad avvicinarsi alla politica: sceglie i Socialisti Democratici Italiani (Sdi), dichiarando di voler rimanere di centrosinistra. Nello stesso anno, torna ad essere pubblicato Mondoperaio, di cui Pellicani è rinominato direttore. Nel 2006 viene candidato dalla Rosa nel Pugno alle elezioni politiche, ma non è eletto.
In tutti questi anni ha continuato ad insegnare Sociologia politica all'Università Luiss e a pubblicare saggi, alcuni dei quali sono stati tradotti in varie lingue. Ha scatenato molte polemiche “Lenin e Hitler. I due volti del totalitarismo”, in cui Pellicani equiparava il leader della rivoluzione russa al Führer del partito nazista.