Il flop dell'Eurogruppo di ieri, chiamato a individuare gli strumenti per garantire liquidità alle imprese del Vecchio Continente e rinviata per le distanze tra i ministri economici, è accolto come una doccia gelata dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte che sull'appuntamento contava per proseguire con il piano di ripartenza economica dell'esecutivo. Un piano aggrappato in maniera precaria ad alcune date. Quella del 16 aprile, intanto, indicata inizialmente come fine delle misure più restrittive, ma che sicuramente slitterà. E quella del 4 maggio, la più probabile per vedere le persone tornare sulle strade, nei luoghi di lavoro, anche se con tutte le misure di sicurezza del caso, dai guanti e la mascherina alla distanza di sicurezza.
Aggrappati ai dati del contagio
Sull'Europa si contava per avere qualche certezza in più su un percorso di ripartenza ancora tutto da scrivere, subordinato com'è ai dati della curva del contagio che arriveranno nei prossimi giorni. Di fronte al flop, Conte rimarca ancora una volta che "l’Unione europea deve essere all’altezza del suo ruolo per affrontare la sfida che ha di fronte in questa fase e per farlo è chiamata a compiere un deciso cambio di passo dal punto di vista politico e sociale". Parole che acquistano ancora più forza visto il veicolo scelto da Conte, una intervista all'organo ufficiale della Santa Sede, L'Osservatore Romano.
"Per chi ha veramente a cuore l’Unione europea, per chi crede in un’Europa unita, forte e solidale, all’altezza della sua storia e della sua civiltà, questo è il momento di compiere passi risoluti, sostenendo e promuovendo tutti i mezzi per la ricostruzione e la rinascita", dice il premier: "Se vogliamo preservare la nostra casa comune, è il momento di ragionare come una squadra. Solo così potremo competere, virtuosamente, con gli altri attori globali nell’immane sfida sociale ed economica che seguirà la crisi sanitaria".
Eurobond contro Mes
La partita a Bruxelles rimane quella fra chi sostiene la necessità di ricorrere al Fondo salva stati (Mes) e chi, invece, vorrebbe percorrere la strada dei titoli di stato europei (eurobond) per uscire dalla crisi e rilanciare la crescita, dopo gli inevitabili danni all'economia reale che si registreranno quando l'emergenza sanitaria sarà terminata. I secondi, però, sono in numero sempre più esiguo e l'Italia sa che il sentiero si fa stretto.
Appello a forze politiche
Di qui l'appello di Conte a tutte le forze politiche, anche a quelle di opposizione che fanno muro contro il ricorso al Mes, perchè agiscano con responsabilità e in uno spirito di unità: "In questo periodo di emergenza, la politica dia esempio di unità ai cittadini", chiede il premier: Dall’emergenza sanitaria all’impegno per sostenere l’economia nazionale, dalla delicata questione dell’accesso alle chiese al ruolo dell’Europa nell’affrontare questa crisi senza precedenti, il capo dell’esecutivo risponde a tutto campo e auspica una nuova primavera per l’Italia una volta usciti dall’emergenza". E aggiunge: "Verrà il momento, è inevitabile, in cui saremo chiamati a rispondere delle nostre scelte. Non mi sottrarrò, cercando alibi o scorciatoie. Ma ora è il tempo di agire insieme ed è necessaria la collaborazione di tutti, sindaci e presidenti di Regione inclusi".
Lo scontro con la Lega
Il riferimento è alla destra, certamente, ma anche e soprattutto a governatori come Attilio Fontana che, anche nei giorni più neri della crisi, hanno ingaggiato una battaglia a distanza con il governo, per ultimo sulla distribuzione delle mascherine, carente per il governatore lombardo. L'appello, tuttavia, non sembra fare breccia in Matteo Salvini. Il leader della Lega, proprio mentre Conte si richiama ai valori fondativi dell'Unione Europea, si dice vicino ai cittadini e ai sindaci che oggi ammainano la bandiera blu-stellata.
"L'Europa sta dimostrando, per l'ennesima volta, la sua lontananza, la sua assenza, in questa Europa non contano i morti, non contano i cittadini, non contano i lavoratori, ma conta solo l'interesse economico e quello che decidono a Bruxelles, a Berlino e a Parigi", spiega Salvini rilanciando anche la proposta di titoli di stato italiani ad alto rendimento contro l'ipotesi del ricorso al Mes. Anche Giorgia Meloni ribadisce la contrarietà, sua e di Fratelli d'Italia, all'utilizzo del Fondo: "Il Governo Conte non accetti in nessun modo il Mes. Firmare il fondo ammazza Stati significherebbe tradire il popolo italiano e ipotecare il nostro futuro", scrive la leader di FdI su Twitter.
La ricerca del confronto
Nonostante il clima tra maggioranza e opposizione sia tornato freddo, Conte non dispera: "Tra il Governo e le opposizioni c’è un confronto costante", dice Conte citando, a livello internazionale, la generosità dimostrata da Paesi come l'Albania nei confronti dell'Italia: "Questo spirito di solidarietà, la necessità di sostenerci l’uno con l’altro, ci fa riscoprire di essere - nonostante pur legittime differenze - una grande famiglia, senza steccati". Il confronto con l'opposizione, tuttavia, non sembra ancora decollare, non almeno nell'organo a questo deputato, la cabina di regia istituita in Parlamento.
Lo rimarca il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo: “Collaborare significa condividere non informare. Una cabina di regia richiede ben altro”. Il coinvolgimento delle opposizioni, ha insistito l'esponente della Lega, “non c'è stato. Avete criticato Salvini per la frase sui pieni poteri, ma di fatto i pieni poteri se li sta prendendo il premier Conte".
Chiese chiuse
Stretto così tra due fuochi, quello europeo e quello dell'opposizione interna, Giuseppe Conte vede in ogni caso segnali incoraggianti. Nel senso di responsabilità dimostrato dagli italiani e, con loro, dalla Chiesa: "Capisco il rammarico che l’intera comunità di fedeli prova nel vivere una Pasqua diversa, lontani dal calore e dall’affetto dei propri cari, impossibilitati a partecipare alle celebrazioni del Triduo, culmine e centro dell’anno liturgico, a cui il nostro popolo è così legato. Siamo consapevoli del grande sacrificio che stiamo chiedendo ai fedeli e ai pastori, costretti a celebrare sine populo i riti della Settimana Santa", sottolinea il premier senza fare riferimento alla proposta di Salvini di riaprire le Chiese per far assistere i credenti alla messa di Pasqua: "Il Governo, che ha costantemente e doverosamente informato la Conferenza episcopale italiana in ogni più delicato passaggio, è grato per il senso di responsabilità con il quale i Vescovi italiani, sotto la guida del cardinale Bassetti, hanno accolto queste misure, nella consapevolezza dei beni supremi coinvolti in questo momento così drammatico per la comunità nazionale".