La lotta al coronavirus non si può fermare per colpa di egoismi nazionali. Sergio Mattarella ricorda la 70esima Giornata mondiale della salute e lancia ancora una volta un appello alla solidarietà, in Italia, in Europa e in tutto il mondo, a superare le barriere dell'esclusivo e limitato interesse nazionale. Davanti ai lutti di questi giorni insomma sono del tutto ingiustificate le reticenze a condividere le ricerche, i freni a inviare mascherine e ventilatori, le timidezze a cofinanziare gli aiuti contro la crisi.
Mentre si attende l'esito dell'Eurogruppo di questo pomeriggio, poi, il Presidente richiama ancora una volta alla massima collaborazione davanti a una sfida epocale, per i singoli paesi e per l'Unione tutta. E a livello nazionale, dopo aver ringraziato medici e infermieri per il sacrificio di queste settimane, alle parole dovranno seguire i fatti: ci si dovrà ricordare dell'importanza del Sistema sanitario nazionale, finanziandolo senza tagliare il necessario.
Echeggiando le parole di fatto Papa Francesco durante la storica messa in una piazza San Pietro deserta, il Presidente della Repubblica, chiede che si superi l'egoismo. "L'intero pianeta è chiamato ad affrontare una pericolosa pandemia, causata da un virus ancora per molti aspetti sconosciuto e assai temibile soprattutto per la popolazione più anziana e le persone deboli, già affette da pregresse patologie" nota il Presidente e solo la solidarietà tra i popoli, gli Stati, i continenti può aiutare a garantire la salute. Serve dunque "una corresponsabilità di carattere globale, mettendo da parte egoismi nazionali" per allargare la cooperazione mondiale anche ai cruciali campi delle "cure, della ricerca, dello scambio di informazioni, della fornitura di strumenti capaci di salvare vite umane".
L'uomo può superare questa sfida ma solo se tutti collaboreranno e la cooperazione in questo campo sarà una nuova frontiera dei rapporti tra paesi, in una sorta di nuova 'diplomazia della salute', perché "l'impegno solidale per la salute può diventare un vettore di pace e amicizia, capace di influenzare positivamente le relazioni tra i Paesi".
Quanto al nostro Paese, è sotto gli occhi di tutti "di quanta generosità, professionalità, dedizione sono capaci gli operatori sanitari". A ognuno di loro va "il nostro pensiero grato e riconoscente: "Li abbiamo visti lavorare fino allo stremo delle forze per salvare vite umane e molti di loro hanno pagato con la vita il servizio prestato ai malati".
Questo spinge però non solo al sentimento grato del momento da parte di tutto il Paese ma a una valutazione di lungo periodo che dovrà rendersi concreta anche quando in un immediato futuro si ripenseranno modelli e finanziamenti del sistema sanitario: "I Servizi Sanitari Nazionali costituiscono capisaldi essenziali delle comunità. La qualità della vita e gli stessi diritti fondamentali della persona sono strettamente legati alle capacità e all'universalità del servizio alla salute".
Un servizio che ha bisogno di strutture ma anche e soprattutto della "umanità e responsabilità" degli operatori. "Per questo - sollecita il presidente Mattarella - il ringraziamento di oggi deve tradursi in un sostegno lungimirante e duraturo da parte delle nostre comunità".