L’atteggiamento che ha assunto il governo è stato: no a fughe in avanti, ma no anche a impauriti conservatorismi” anche perché “dobbiamo sapere che il modo che sceglieremo per uscire dall’emergenza determinerà la qualità della vita degli italiani per i prossimi 10 anni”. Lo sostiene la ministra dei Trasporti e Infrastrutture Paola De Micheli in un’intervista al Corriere della Sera nella quale dice che dopo il consiglio europeo di quindici giorni fa “fra noi ministri dei trasporti dei paesi più grandi, ma anche più colpiti” — Italia, Francia, Germania e Spagna — “abbiamo deciso di costruire un percorso comune” tanto che “nel nostro documento alla Commissione europea chiediamo contributi diretti per il settore del trasporto”.
De Micheli ritiene che questa iniziativa “sia un segnale positivo, in controtendenza rispetto alle discussioni sull’Europa”. Così, dopo la decisione del governo di chiudere alcune attività produttive, però “abbiamo scelto che rimanessero aperti cantieri strategici” come strade, gallerie e ponti, dice la ministra, e ora “abbiamo l’esigenza di inserire anche i cantieri sul dissesto idrogeologico per prepararci all’autunno”. In tutti questi settori, assicura De Micheli “vanno applicate le linee guida per la sicurezza sanitaria dei lavoratori e nel Cura Italia c’è la copertura giuridica per le imprese che hanno cantieri chiusi per Covid-19”.
Poi la ministra aggiunge: “Abbiamo anticipato un miliardo e 600 milioni alle aziende che fanno trasporto pubblico locale, del fondo TPL. Lunedì abbiamo sbloccato 400 milioni per sostituire i bus che circolano nelle nostre città con mezzi più ecologici”, cosicché “nonostante la quarantena del ministro e di tanti suoi collaboratori continuiamo a lavorare sia sull’emergenza che sull’ordinaria amministrazione” assicura De Micheli.