Nessun appello alla riapertura, ma l’invito a iniziare a organizzare già dai prossimi giorni la ripresa delle attività oggi bloccate per fronteggiare l’emergenza Covid-19. Carlo Calenda chiede di “passare dagli slogan ai fatti” e sui social pubblica una proposta che sottopone al presidente del Consiglio e ai leader di tutti i partiti, da Matteo Salvini a Nicola Zingaretti, da Vito Crimi a Matteo Renzi, a Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni.
L’ex ministro chiede di istituire un gruppo di lavoro per capire, spiega all’AGI, “se possiamo realisticamente pensare di iniziare a riaprire tra un mese o un mese e mezzo. L’alternativa – sottolinea – è andare a tentoni quando avremo la possibilità di farlo”. Oggi, insiste, “dobbiamo pianificare la riapertura e definire cosa serve” sia dal punto di vista organizzativo che sanitario.
Per Calenda è necessario riunire sotto il controllo del premier una cabina di regia della quale facciano parte rappresentanti dei ministeri dell’Interno, della Salute, dell’Economia, delle Infrastrutture e dello Sviluppo economico. Propone di coinvolgere i segretari di tutti i partiti politici, insieme ai sindacati e a Confindustria, all’Abi, alle Regioni, ai Comuni, alla Protezione civile e al Commissario straordinario all’emergenza.
Chiede anche di istituire un team di coordinamento che si occupi dell’aspetto organizzativo e sanitario da affidare a un manager (“che potrebbe essere Giovanni Cagnoli, che nei giorni scorsi ha pubblicato la sua idea sul Corriere”, dice) e a un esperto come Walter Ricciardi, componente italiano del comitato esecutivo dell'Oms e consulente del ministro della Salute.
Questo è il momento, sono sempre parole di Calenda, di capire “il modo in cui si deve eseguire la ripartenza. Si deve studiare e capire cosa serve. Si tratta di affrontare questioni gigantesche che nessuno sta organizzando. Un lavoro – conclude – che deve essere fatto immediatamente”.