“Con il Cura Italia abbiamo fatto molto, in pochi giorni la manovra di un anno. Ma ora dobbiamo mettere i soldi nelle tasche degli italiani a cui fin qui non siamo arrivati. Questa è la priorità del decreto di aprile”. In un’intervista a la Repubblica il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano sostiene che va anche assicurata “liquidità al sistema delle imprese per tenerlo in vita, bisogna tenere in vita la società. Liquidità anche per le famiglie, per chi ha perso il lavoro e non ha tutele”.
Il ministro teme infatti che “le preoccupazioni che stanno attraversando larghe fasce della popolazione per la salute, il reddito, il futuro con il perdurare della crisi si trasformino in rabbia e odio” in quanto “ci sono aree sociali e territoriali fragili ed esposte a qualsiasi avventura” pertanto “il bilancio pubblico si deve prendere cura dell’intero tessuto sociale. E lo deve fare adesso” chiosa il ministro per il Sud Italia. Quindi se il Reddito di cittadinanza “volevamo migliorarlo già prima del coronavirus, adesso diventa indispensabile”, dichiara Provenzano, rivedendo per esempio “i vincoli patrimoniali” in quanto “chi ha una casa familiare o dei risparmi in banca che non vuole intaccare oggi non può accedervi”. E poi “rafforzando il sostegno alle famiglie numerose. Rendendolo compatibile con il lavoro, per integrare il reddito se necessario”.
La ricetta di Provenzano, pertanto è che chi ha perso il lavoro deve ottenere “una cifra equa rispetto alla cassa integrazione: 1000-1100 euro al mese” mentre in tutti gli altri casi ci “dev’essere un compenso che garantisca la dignità”. “Bisogna creare lavoro buono con gli investimenti. Ma in attesa che questo avvenga la società va accompagnata. Nell’emergenza, servono misure universali e immediate di sostegno al reddito” è convinto il ministro che preferisce non far cenno alla quantità dei miliardi necessari in questa direzione. “Ma le risorse vanno trovate” dice solo. E in questo senso gli eurobond “sono decisivi” in quanto “non possiamo indebitarci all’infinito” e quindi “bisogna lavorare anche a una riforma fiscale” nella quale “chi ha di più deve dare di più”.
Una patrimoniale? “Le formule per realizzare un fisco davvero progressivo possono essere inedite – è la risposta – ma l’obiettivo dev’essere chiaro: salvare il ceto medio. Sennò la polveriera esplode” conclude il ministro Provenzano.