“Non sono pentito, lo rifarei. Sinceramente mi sono stupito per le reazioni che ci sono state. Volevo soltanto far valere due principi. Far capire ai cittadini che rispettando certe regole di base fissate dall’Istituto superiore di Sanità si può vivere normalmente”. In un’intervista a la Repubblica il governatore Lombardo Attilio Fontana dice che per il video in cui indossa la mascherina e con il quale si è presentato alla conferenza stampa e, dunque, in tv non ha ripensamenti di sorta perché l’obiettivo era dare un segnale di comportamento alla popolazione e perciò “insistere perché si applichino delle regole” e non “fare terrorismo”.
Però oggi non è d’accordo con la proposta del sindaco Sala di riaprire la città. “Se tutti parlassimo meno, sarebbe meglio”, dice Fontana, anche perché “queste sono scelte che non competono a nessuno tranne che agli scienziati”, in particolare a “quelli che erano seduti davanti a me e al ministro Speranza quando abbiamo deciso l’ordinanza”. Poi Fontana aggiunge: “Se il professor Ricciardi mi dice che abbiamo accertato che è tutto finito sarei il primo ad esserne felice. Non abbiamo preso quella decisione per penalizzare i cittadini lombardi. Abbiamo fatto quello che ci è stato chiesto di fare. Io e soprattutto il ministro Speranza”, pertanto “se l’Istituto superiore di Sanità dice che va bene, per me è ok. Ma se dice no: fermi tutti, io dico di no”.
E in una seconda intervista al Confindustriale Sole 24 Ore, il governatore lombardo dice anche che “stiamo individuando i settori che hanno sofferto di più”, che al momento sembrano il commercio e il turismo”, per essere pronti a chiedere “l’istituzione di un fondo di emergenza simile a quello già realizzato nel 2012 con il terremoto, per tutto il territorio regionale”, provvedimento che dovrebbe essere pronto in poche settimane, oltre a chiedere all’Abi “la sospensione di mutui e finanziamenti per la zona rossa”.