“Se ci avessero dato retta ai primi di febbraio realizzando un coordinamento europeo, l’Italia non si troverebbe ad essere discriminata” oggi. È l’opinione dell’ex presidente del Parlamento europeo espressa in un’intervista a Il Giornale. Secondo Antonio Tajani si è di fatto “ripetuto l’errore” commesso ai tempi della Sars “e l’Ue si è divisa”. La discriminazione nei confronti dei nostri connazionali, secondo Tajani, si commette perché si “generalizza” e “sottoponendo a controlli tutti quelli che vengono da alcune regioni”, eppure, chiosa, “ci sono centri in Austria più vicini alla zona rossa di Lodi di altre città lombarde”.
Secondo l’ex numero uno dell’Aula di Bruxelles, dunque l’Europa in questa vicenda “si è mossa in grave ritardo contro il coronavirus” tant’è che alla fine “hanno vinto gli egoismi nazionali”. Per Tajani, poi, l’importante è che una volta terminata l’emergenza “l’Italia dovrebbe chiedere di attingere al Fondo di solidarietà europeo“, quello stesso Fondo ottenuto per le zone terremotate, per un risarcimento di tutte le spese legate all’epidemia, “e queste somme dovrebbero essere sottratte nel rapporto deficit-pil” afferma.