Si profila un via libera unanime della Camera al decreto che contiene le misure urgenti per fronteggiare la diffusione del contagio da coronavirus. Nonostante le tensioni che si sono registrate nelle ultime ore tra il premier Giuseppe Conte e le Regioni, in particolare la Lombardia - con successiva distensione a seguito dell'intesa raggiunta sull'ordinanza che dovrà essere adottata dalle regioni non direttamente colpite dal coronavirus e, soprattutto, delle nuove parole del premier apprezzate da Attilio Fontana dopo l'affondo sulla gestione del virus da parte di un ospedale lombardo - i leghisti sono pronti a fare la loro parte e dire sì al provvedimento. Stessa linea collaborativa da parte di Forza Italia e Fratelli d'Italia (per la verità quest'ultime due forze di opposizione hanno sin da subito mostrato un atteggiamento non 'aggressivo').
Lo scontro sul dl intercettazioni
E così, domani, l'Aula di Montecitorio si appresta in tempi rapidissimi a licenziare in prima lettura il decreto, che poi dovrà passare all'esame del Senato. La "battaglia" però riprenderà l'indomani, giovedì, quando l'Aula tornerà ad occuparsi del decreto Intercettazioni, sul quale il centrodestra ha innalzato un muro, fortemente contrario alle nuove norme sugli 'ascolti'.
Dopo aver votato la fiducia (304 i sì e 226 i no), la Camera dovrà esaminare giovedì mattina gli ordini del giorno. E lì potrebbe - almeno è questa l'intenzione - scattare l'ostruzionismo, con l'obiettivo, viene spiegato, di tentare di allungare di molto i tempi così da mettere a rischio l'approvazione finale del provvedimento, che deve essere convertito in legge entro sabato, pena la decadenza. Le opposizioni potrebbero infatti presentare una marea di ordini del giorno. Il voto finale, come stabilito dalla conferenza dei capigruppo, è fissato per la stessa sera alle 20,30.
Le voci dell'opposizione
Ma prima della possibile ripresa della 'battaglia' di giovedì sulle intercettazioni, oggi è il momento della "responsabilità", dicono in coro le forze di centrodestra, che rivendicano la vittoria e aver incassato l'anticipo del voto sul decreto coronavirus con conseguente slittamento del decreto intercettazioni. "Noi siamo a favore" del decreto contro la diffusione del contagio, "a meno che in commissione non inseriscano all'ultimo minuto misure per noi improponibili, ma sul testo che abbiamo ora siamo favorevoli", spiega il capogruppo della Lega a Montecitorio, Riccardo Molinari.
Sulla stessa lunghezza d'onda Forza Italia: "Voteremo tendenzialmente a favore perché si tratta di un provvedimento costruito con le Regioni", spiega la capogruppo Mariastella Gelmini. "Abbiamo presentato una ventina di emendamenti, in primo luogo affinché siano sanzionati i comportamenti di sciacallaggio e di truffa e affinché siano tutelati gli operatori sanitari", aggiunge.
La linea non cambia per Fratelli d'Italia: "Siamo orientati a votare a favore del decreto coronavirus, con spirito di massima collaborazione nell'interesse della nazione e dei cittadini italiani", dice il capogruppo Francesco Lollobrigida. "Domani avremo il testo completo con all'interno le modifiche recepite, ci auguriamo vengano accolte anche le nostre proposte con lo stesso approccio costruttivo da noi dimostrato", conclude.