“La minaccia terroristica in Libia, così come in altre aree, ad esempio il Sahel, è autentica e l’Italia è pronta, attraverso un approccio olistico ma con una visione più ampia che affronti questioni tra loro legate”. Lo dichiara in un’intervista a La Stampa il ministro degli Esteri Luigi Di Maio dopo essere intervenuto alla Conferenza della Sicurezza di Monaco.
Secondo Di Maio, che ha visto Haftar il 17 dicembre, il generale “era refrattario ad accettare un percorso come quello avviato il 19 gennaio a Berlino.” Ma poi l’ha incontrato questa settimana e “ora riconosce che quella via può essere la soluzione” dice il titolare della Farnesina. Insomma, Haftar è ora “disposto a ldialogo, ma da qui a dire che toglierà il blocco nei prossimi giorni è prematuro”. Anche se questo è un tema chiave, dice il ministro, perché “non solo lo stop alla produzione sta paralizzando e impoverendo il Paese e la gente, ma fra un po’Tripoli dovrà attingere alle riserve” cosicché “il governo non avrà più i soldi per pagare gli stipendi – anche a quelli della Cirenaica – e la situazione diventerà ancora più instabile”.
Soluzione? “Parlare di una missione militare europea è improprio” dice Di Maio, mentre “il vero tema è sfruttare il mandato che la risoluzione delle Nazioni Unite ha garantito per far rispettare l’embargo” anche se, assicura, “il pattugliamento aereo non lo faremo certo con i Cessna, ma riferirsi a una ‘posture militare’ europea è complicato”.