Il redde rationem nella maggioranza è sempre più vicino e potrebbe arrivare già tra una settimana, quando Partito Democratico e Italia Viva terranno le loro rispettive assemblee e i leader prenderanno la parola per dire la loro sulla possibilità di andare avanti con l'esecutivo nella forma in cui lo conosciamo oggi.
Il presidente del Consiglio è intervenuto con una nota per smentire i virgolettati a lui attribuiti su alcuni quotidiani e sottolineare che non è alla ricerca di nuove maggioranze. "Si chiarisce che il Presidente non è alla ricerca di altre maggioranze diverse da quella che attualmente sostengono il governo", si legge nella nota: "Giuseppe Conte è impegnato con i tavoli di lavoro per l'agenda di governo 2023, tavoli a cui partecipano tutte le forze di maggioranza, IV inclusa. L'unico pensiero del Presidente è rilanciare l'azione di governo per far partire le tante riforme che il Paese aspetta".
"Stupore" dal Quirinale
E "stupore" si registra al Quirinale per le ricostruzioni in cui, anche con virgolettati, "si attribuiscono abusivamente intenzioni al Capo dello Stato riguardo alla situazione politica", con riferimento a uno degli incontri che avvengono frequentemente tra il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio. Tuttavia, il cannoneggiamento ormai quotidiano di Matteo Renzi non lascia dubbi sul fatto che, di questo passo, la maggioranza finirà per impantanarsi.
L'ultimo strappo si è registrato con la diserzione delle ministre di Italia Viva dal Consiglio dei Ministri che ha varato la riforma del processo penale contenente anche il Lodo Conte Bis.
La scia di polemiche che ne è seguita non ha fatto che complicare la situazione nella maggioranza, con Matteo Renzi che attacca "se ci vogliono cacciare si accomodino pure" e i suoi che, però, aprono uno spiraglio sulla possibilità di votare la delega sul processo penale, sempre che questa venga edulcorata, magari prevedendo la sospensione della prescrizione - nei modi previsti dal Conte Bis - dopo il processo d'appello.
"Italia viva è uno strumento della destra"
Che "la condotta di Renzi" apra ormai "problemi acutissimi" nella maggioranza e al governo lo sottolinea anche Goffredo Bettini, uno dei dirigenti dem più ascoltati da Nicola Zingaretti: "Non vado ai dettagli", spiega Bettini, "piuttosto mi rammarico che Italia Viva, potenzialmente utilissima per allargare il centrosinistra, sta diventando uno strumento della destra per picconarlo e screditarlo".
E sempre Bettini parla esplicitamente della possibilità di sostituire i renziani in Parlamento con "parlamentari democratici". "Dopo Conte non c'è per il Pd un altro governo. Se Renzi vuole farlo, lo deve fare con Salvini e la Meloni", avverte Bettini: "C'è invece la possibilità, certamente allo stato attuale tutta da costruire, di sostituire Italia Viva con parlamentari democratici (in quanto non sovranisti, illiberali e autoritari) pronti a collaborare con Conte fino alla fine della legislatura. Penso anche che, in questo scenario, nel Parlamento si aprirebbe una riflessione perfino nel gruppo renziano", aggiunge Bettini.
Una ipotesi di cui si parla da settimane, così come anticipato dall'AGI: tra i parlamentari renziani sarebbero almeno cinque quelli tentati dall'ipotesi di fare un passo indietro e tornare nel Partito Democratico. Gli eletti dem, infatti, stenterebbero a capire la strategia del capo e sarebbero assai preoccupati, stando a quanto riferiscono fonti parlamentari, dalla possibilità di andare al voto in una condizione che non garantisce la rielezione a nessuno. A preoccupare sono, in particolare, i sondaggi che sarebbero molto al di sotto di quanto preventivato da chi è confluito in Italia Viva subito dopo il varo del nuovo soggetto politico.