All’idea che il premier Giuseppe Conte voglia sostituire la delegazione di Italia viva al governo reagisce dicendo che “si chiamerebbe trasformismo”. In un’intervista al Corriere delle Sera la ministra per le Politiche agricole Teresa Bellanova afferma che in ogni caso “dubito “ che il presidente del Consiglio “riesca a trovare una forza politica più responsabile, coerente e propositiva della nostra”.
E comunque “meglio sarebbe dedicare più tempo a confrontarsi nel merito delle questioni, piuttosto che sfuggire al tema vagheggiando altre maggioranze”. Poi un consiglio che suona anche un mezzo altolà: “Se ne è così certo, percorra questa strada senza indugio”.
Il Ministro è preoccupato che il Paese possa finire in un precipizio perché ci sono “tanti punti di crisi aperti”, che vanno “dalle crisi occupazionali come quella di Air Italy a quelle industriali di Alitalia o Ilva, ai dati drammatici, a un reddito di cittadinanza che drena risorse importanti ma non genera occupazione, alle risorse sulle infrastrutture bloccate dalla burocrazia”.
Ed è questo “il terreno su cui il governo deve misurarsi”, chiarisce, perché la crisi di governo “è inevitabile se non costruiamo un metodo di lavoro che governa i processi e impedisce il precipizio del Paese” mentre “l’unica priorità è farlo ripartire e dare risposte alle emergenze che si chiamano crescita e lavoro”.
Quindi una nota polemica: “Avere lo stesso premier del governo Lega-Cinque Stelle – prosegue Bellanova – non significa consegnarsi alla continuità con le scelte precedenti”, ma poi assicura che la sfiducia individuale nei confronti di Alfonso Bonafede “non è all’ordine del giorno”