"Hanno cancellato il popolo e i suoi diritti". È netta l’opinione del vicepresidente del Senato, il leghista Roberto Calderoli, che in un’intervista al Corriere della Sera sostiene che il problema della sentenza della Corte costituzionale “è la ricaduta sul Paese” perché “si è sancito il no al fatto che si possa fare un referendum sulla materia elettorale”. Così, chiosa, “si ritorna alla Prima Repubblica”.
Calderoli afferma inoltre che “l’articolo 75 della Costituzione prevede gli argomenti che non possono essere oggetto di referendum” e che in sé “i referendum sono tutti molto manipolativi” ma che “qualcuno aveva paura che se fosse passata una legge del genere il centrodestra avrebbe potuto cambiare la Costituzione anche senza referendum”.
Poi spiega un po’ provocatoriamente: “Io ho cercato di creare la tempesta perfetta: il referendum che si terrà a giugno sul taglio dei parlamentari e l’altro referendum con l’uninominale secco”. E “se fosse passato – aggiunge Calderoli – un giorno dopo ci sarebbe stata la maggioranza a chiedere lo scioglimento della legislatura, avrebbero scelto di andare a votare subito con il Rosatellum”.