"Ho pensato che se in politica non rischi, non ci metti la faccia, sia difficile fare passi in avanti. Erano non so quanti anni che non si apriva una campagna elettorale dei partiti di centrosinistra in Piazza Maggiore, abbiamo rischiato e questa sfida l'abbiamo vinta". Lo ha detto Stefano Bonaccini, al termine della manifestazione che ha visto migliaia di persone riempire il Crescentone di Piazza Maggiore, a Bologna. Dodicimila secondo gli organizzatori le persone che hanno partecipato all'evento di apertura ufficiale della campagna elettorale del governatore Pd che cerca la riconferma.
Riempita dunque la stessa piazza che solo tre settimane fa, inaspettatamente, aveva 'lanciato' il movimento delle sardine peraltro presenti, defilate e 'mute' ad ascoltare il comizio del governatore uscente Pd sostenuto da una coalizione di sei liste. Sotto al palco sono comparse bandiere del Pd, dell'Europa, dei Verdi, questi ultimi presenti in piazza anche con uno striscione di 15 metri. Nessun big politico sul palco. "Noi non abbiamo bisogno di passerelle in campagna elettorale - ha ribadito Bonaccini - ma di questioni che attengono alla soluzioni dei problemi perché vogliamo dare una risposta alle incertezze". Dal palco ha spiegato i suoi timori: "Diversi mi sconsigliavano Piazza Maggiore per paura che non si riempisse, invece la piazza è strapiena. È giusto ripartire dalle piazze ed è giusto farlo in un momento così cruciale per il futuro dell'Emilia Romagna".
Il saluto al leader delle sardine
In apertura un abbraccio e un applauso all'ex premier Romano Prodi, padre dell'Ulivo, poi un saluto anche a Mattia Santori, 'portavoce' delle sardine presente in piazza Maggiore per la manifestazione a titolo personale. "Avere conteso questi luoghi alla destra è il primo merito che va riconosciuto alle sardine. So che Mattia è in piazza e con lui altri ragazzi. Lo saluto e lo ringrazio". Per Bonaccini, il secondo merito delle sardine "è quello di avere riempito le piazze con un linguaggio opposto a quello di questa destra, senza rancore, astio o maleducazione".
A Salvini e a Meloni, ha voluto mandare un messaggio: "Dico che le piazze delle sardine non sono piazze contro ma chiedono un'alternativa ed il mio compito è provare a dare una risposta a quelle domande". Poi l'affondo politico sulla possibilità di un voto disgiunto per arrivare comunque al risultato: "Chiederemo a tutti gli elettori, anche a chi ha votato Lega, di riflettere e scegliere con attenzione. Con una croce si vota una lista, però ci sono due progetti di Regione e due candidati presidenti, si può scegliere". Al Movimento 5 Stelle, ha aggiunto, "chiedo se non sia meglio confrontarsi sui programmi invece di arroccarsi in un isolamento che li condanna ad essere irrilevanti".
Accorato il discorso sul presente e sul futuro dell'Emilia Romagna "terra di ponti, non di muri per dividere le persone. Se non capisci questo non la puoi governare questa regione", ha ribadito il governatore. La speranza è la vittoria, anche se c'è la consapevolezza che la battaglia sarà dura. "Non è scontato niente, ma possiamo farcela - ha concluso Bonaccini dal palco - serve l'impegno di tutti, diamoci la mano e facciamo un passo avanti". Un discorso equilibrato, ha commentato l'ex premier Romano Prodi lasciando la piazza "che giustamente ha rivendicato il passato ma ha anche prospettato il futuro. Nel confronto l'Emilia fa bene: gli elettori lo capiranno. L'appuntamento era importante - ha concluso Prodi - perché sono importanti le prossime elezioni".