Le elezioni sono più vicine? E Italia Viva è intenzionata a staccare presto la spina all’esecutivo per votare a marzo? Alle due domande Matteo Renzi risponde in un’intervista a Il Messaggero dicendo che quella delle elezioni “non è un timore del Pd, ma una loro (folle) speranza”. E secondo il leader di Italia Viva c’è “una parte del Pd sogna le urne, invocandole con lo stesso giubilo con cui hanno anticipato le elezioni in Umbria, condannandosi a una clamorosa sconfitta”.
Poi Renzi aggiunge: “Fosse per me si voterebbe nel 2023. Ma non l'ha ordinato il dottore di stare tutti insieme. Chi vuole rompere deve solo dirlo. Noi nel frattempo lavoriamo alla proposta "Italia Shock" per sbloccare 120 miliardi di euro di cantieri”.
Ma sulla prescrizione l’ex presidente del Consiglio mette le mani avanti e avverte, anticipando quelle che potrebbero essere a breve le mosse di Italia Viva: “Noi abbiamo votato contro l'assurdità voluta dai populisti sulla prescrizione. Volere una giustizia senza fine significa proclamare la fine della giustizia. E non abbiamo cambiato idea. Ora ci sono due alternative: la prima è che la nuova maggioranza trovi una soluzione. E sarebbe meglio. Se non accadrà noi non ci inchineremo al populismo giudiziario imperante. E dunque, se non ci sarà accordo, voteremo il ddl di Enrico Costa, persona saggia e già viceministro alla giustizia del mio governo”. Poi chiosa: “Bonafede può cambiare la sua legge, se vuole, ma non può pretendere di cambiare le nostre idee”.
Tuttavia Renzi non è pentito della scelta fatta sul governo in piena estate, così nell’intervista afferma Abbiamo fatto benissimo a evitare le elezioni: oggi l'Italia è uscita dal radar delle tensioni europee, ha bloccato l'aumento dell'Iva, ha recuperato fiducia. Il problema non è la scelta di ieri, ma le tensioni di oggi”. E su questo punto il quotidiano fa notare che per esempio ieri è stata un'altra giornataccia per il governo, che tra Conte e Di Maio non c’è più nemmeno un saluto e che Di Maio dice che il M5S è l'ago della bilancia e sul Mes si farà come dicono lui e Di Battista.
All’osservazione Renzi ribatte che sul fatto che “i due non si salutino non mi interessa: devono governare il Paese, non andare a cena fuori”, ma la vera domanda, semmai, “non è se sono ancora amici, ma se sono in grado di rappresentare l'Italia”. Quanto a Di Battista, l’ex premier chiosa: “Capisco che voglia tornare in Parlamento per sue ovvie esigenze personali e quindi cerchi ogni pretesto per rompere. Ma questo Governo è nato in quanto europeista e dunque Di Battista semplicemente non rileva”. Quindi Renzi conclude: “Se vogliono andare contro l'Europa, hanno sbagliato alleato: potevano tenersi Salvini”.
Di diverso tenore il colloquio dell’ex premier ed ex segretario del Pd con il Corriere, al quale sulla possibilità di voto spiega: “La situazione è preoccupante. Due mesi fa avrei detto che era impossibile andare a votare, che sarebbe stato autolesionismo puro. Ora invece lo metto nel conto”.
E sul Pd aggiunge: “So quello che va dicendo il Pd. E cioè che io ho paura di andare a votare perché non ho abbastanza consensi. Ma guardiamo ai fatti. Adesso, con lo scandalo di Open sui giornali Italia viva ha il 5 per cento. E questo vuol dire che con una campagna elettorale fatta bene posso arrivare anche al 10. E comunque me la gioco”.
Poi però Renzi frena e sottolinea che nel caso non è lui a voler ricorrere alle urne, “semmai sono quelli del Pd e de Cinque Stelle a volere il voto”, aggiungendo poi: “Le elezioni anticipate sarebbero un regalo ai sovranisti e infatti non sono io a voler andare a votare. Ma, come ho detto – si fa adesso più preoccupato – inizio a temere per la prima volta che la situazione non regga più. Si litiga su tutto. Su Alitalia, Mes, prescrizione, riforma delle Autonomie. E non si riesce a portare a casa un provvedimento perché queste continue liti paralizzano l’azione del governo. Perciò le elezioni non possono più essere un’ipotesi da escludere. Io posso anche cercare di reggere fino in fondo, ma non dipende da me...”.