È durata due ore e mezza la visita all'ambasciata cinese a Roma di Beppe Grillo, garante del Movimento 5 Stelle, nella capitale da ieri e alle prese con i mal di pancia dei suoi. Stamattina due ore di chiarimento con il capo pentastellato Luigi Di Maio. Poi, a meta' pomeriggio, la decisione di salire su un taxi e di recarsi all'ambasciata cinese, dopo la cena di ieri con l'ambasciatore di Pechino a Roma, Li Junhua, cena dalla quale però non è trapelato nulla.
Il Movimento ha buoni rapporti con Pechino e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ne ha sempre sostenuto l'importanza. Due giorni fa, l'ambasciatore cinese a Roma ha espresso sul sito dell'Agi soddisfazione per la presenza di Di Maio alla China International Import Expo - che si è svolta a Shanghai dal 5 al 10 novembre - alla quale l'Italia ha partecipato come Paese ospite d'onore ricevendo "grandi attenzioni". Il capo politico di M5S, ha ricordato l'ambasciatore, "è intervenuto alla cerimonia di apertura ed è stato l'unico ministro degli Esteri tra gli oratori presenti, mostrando pienamente l'importanza che il governo cinese attribuisce all'Italia".
"Il ministro Di Maio - ha scritto ancora Li - durante il suo intervento alla Expo, ha sottolineato che la Fiera crea nuove opportunità per le imprese italiane e ha aggiunto che il governo italiano sostiene con forza il rafforzamento della cooperazione tra aziende italiane e cinesi e il consolidamento e ampliamento della posizione delle aziende italiane sul mercato cinese". Per l'ambasciatore, "la Cina è lieta di vedere un'espansione della presenza italiana sul suo mercato e un aumento delle esportazioni di prodotti di eccellenza verso la Cina".
Il feeling con Pechino si è consolidato nell'ultimo anno, già all'epoca del governo giallo-verde, con 19 accordi istituzionali firmati lo scorso 23 marzo a Villa Madama in diversi settori, dal fisco alla salute, dall'innovazione alla cultura, fino all'agroalimentare, nell'ambito della cosiddetta Nuova Via della Seta promossa dalla Cina.