A trent'anni dalla Bolognina che segnò il passaggio dal Pci al Pds, quella che si apre venerdì potrebbe essere una Bolognina del Pd: rinnovare il partito è infatti l'ambizione del segretario Nicola Zingaretti. E anche il nome scelto per l'appuntamento suona paradigmatico: "Tutta un'altra storia".
Perchè i dem vogliono chiudere definitivamente i conti con il passato, lasciandosi alle spalle anni di faide interne e guerre per fazioni. Una missione che il leader del partito si è dato fin dal suo primo giorno al Nazareno, un anno fa, quando decise di seguire la strada dell'unità del partito.
Strada obbligata, certo, anche per la presenza di gruppi parlamentari a forte identità renziana che avevano fatto sentire subito la loro presenza rifiutando di entrare in segreteria come aveva offerto Zingaretti.
Ma la scelta di aprire gli organi statutari a tutte le anime del partito risponde anche alla consapevolezza che è la base democratica a chiedere di mettere la parola fine ai litigi. I cori di Piazza Navona, quando all'allora segretario Maurizio Martina la folla gridò "unità, unità", risuonano ancora nelle orecchie dei dirigenti.
La nuova segreteria
Ecco, dunque, l'ingresso in ufficio di presidenza dell'Assemblea di Anna Ascani, sconfitta in tandem con Roberto Giachetti al congresso di un anno fa. Ed ecco l'apertura della segreteria a Base Riformista, l'area che si è andata organizzando attorno al ministro della Difesa Lorenzo Guerini e a Luca Lotti.
La nuova segreteria, riferiscono fonti qualificate del Pd, dovrebbe essere presentata la prossima settimana quando il Pd avrà già un volto nuovo. Una assemblea aperta a tutti coloro che vorranno iscriversi e che vedrà la partecipazione di esponenti della società civile, del mondo produttivo, sindacale, culturale del Paese oltre che di membri del Governo, dirigenti e amministratori del Partito Democratico.
"In un momento in cui si fanno cene per celebrare Mussolini e il fascismo, si mette sotto scorta una sopravvissuta di Auschwitz, si negano agli studenti i fondi per il Viaggio della Memoria, non possiamo permettere che gli anni 20 del 2000 siano come quelli del secolo scorso ed è necessario quindi che raccontino tutta un'altra storia: questa è la sfida del futuro dei democratici", sottolineano i dem presentando l'evento.
Il programma della Bolognina
L'appuntamento si aprirà venerdì 15 novembre alle ore 17.30 a Palazzo Re Enzo (Piazza del Nettuno, 1) con i saluti istituzionali e una tavola rotonda dal titolo 'Gli anni 20 per la libertà delle donne'. Sabato 16 novembre, dalle 9, si terranno sei laboratori tematici cui seguirà l'assemblea plenaria e gli interventi di esponenti del Governo del Partito democratico.
Alle 21 presso DumBo, un ex scalo ferroviario ora diventato spazio di rigenerazione urbana condivisa, si terrà una grande cena per la campagna elettorale per le regionali in Emilia Romagna con il segretario nazionale Nicola Zingaretti e il governatore Stefano Bonaccini.
Domenica 17 novembre i lavori si sposteranno presso FICO Eataly World - Sala Convegni (Via Paolo Canali, 8) e avranno inizio alle 9.30 con il meeting di chiusura e l'intervento finale del segretario Nicola Zingaretti. A seguire, alle ore 14.30, si riunirà l'Assemblea nazionale del Partito democratico sulle modifiche allo Statuto. sarà questo il momento più importante della tre giorni dem, con la discussione e il voto dell'assemblea sulla riforma approvata all'unanimità dalla Commissione per la riforma del partito presieduta da Maurizio Martina, e su cui anche la direzione ha dato il suo via libera.
Grande spazio al tema dell'innovazione
All'interno della riforma, molti sono i capitoli dedicati all'innovazione tecnologica che, nelle intenzioni dei dirigenti, dovrà fare del Pd un partito realmente connesso con la base: sul web c'è la necessità di recuperare il terreno lasciato negli ultimi anni al Movimento 5 Stelle, come ebbe a dire Zingaretti all'avvio della sua campagna congressuale, quando presentò la mozione Piazza Grande.
Ecco, dunque, la piattaforma deliberativa online che offrirà anche la possibilità di iscriversi al partito. I circoli cambieranno aspetto, diventando dei centri di discussione e di confronto sui temi nazionali e su quelli locali. Nasceranno, a questo stesso scopo, i 'punti Pd' che offriranno spazi di incontro, fisici e telematici. Ma punto fondamentale della riforma sarà l'addio all'automatismo per il quale il segretario del partito è anche candidato premier.
Una scelta che risponde anche alla necessità di aprire il partito verso l'esterno, a forze politiche come a quelle forze sociali e territoriali sulle quali Zingaretti conta per sopperire all'assenza di uno schema di alleanze stabile. Si guardi ad esempio all'Emilia Romagna, dove la disponibilità del Pd si è scontrata contro il 'niet' dei Cinque Stelle.
Il Pd starà in campo con forze civiche senza occuparne gli spazi,spiegano alti esponenti dem richiamandosi alla "questione morale" di Enrico Berlinguer che non riguardava solo i soldi, ma soprattutto il modo in cui un partito doveva stare nella società, allontanando qualsiasi tentazione di lottizzazione, lasciando spazio di manovra a comitati civici, associazioni, assemblee di cittadini.
A questo aspirava anche la Costituente delle Idee, l'appuntamento al quale aveva pensato Zingaretti prima della formazione del Conte II, quando la parola d'ordine del Pd tutto era "Mai con il M5s".
L'apertura di Matteo Renzi costrinse poi lo stato maggiore dem a rivedere questa posizione, con il risultato che i fatti hanno da tempo superato il dato congressuale, con un partito che governa assieme ai Cinque Stelle e contro le destre. La sfida a salvini sarà ben presente a Bologna: il 26 gennaio, giorno delle elezioni in Emilia Romagna promette di essere uno spartiacque, per il partito e probabilmente per il governo.
Zingaretti ha chiesto al partito una mobilitazione totale, con dirigenti che dovranno battere palmo a palmo tutto il territorio regionale e con la tre giorni, appunto, a tirare la volata per una campagna elettorale in cui il diretto avversario è immerso da tempo.