La maggioranza resta divisa sul caso dell'ex Ilva. 'Italia Viva' di Matteo Renzi ha presentato due emendamenti al decreto fiscale. Si tratta di due 'scudi penali', uno generale che vale per tutte le aziende, e uno specifico per ArcelorMittal, che copre la società dal 3 novembre (data di decadenza del precedente scudo) fino alla fine del risanamento.
Mentre i 5 stelle sono contrari allo scudo - con qualche 'distinguo' - e sarebbero a favore di un intervento pubblico, sul tema è intervenuto il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri. Il governo, ha chiarito il titolare del Tesoro, puo' "concorrere ad una soluzione di rilancio".
Un intervento della Cassa depositi e prestiti nella ex Ilva, ha spiegato Gualtieri, "è uno strumento che non va escluso dalla cassetta di cui disponiamo". Ma "l'idea che con una crisi industriale lo Stato nazionalizza, compra e assorbe i costi è una pericolosa illusione - ha avvertito -. Non è di questo che si sta parlando. Abbiamo consapevolezza degli strumenti disponibili e in questo ambito li utilizzeremo".
Maggioranza divisa sullo scudo, che per Conte non è il problema
Sull'ipotesi di una reintroduzione dello scudo aveva fatto una timidissima apertura - solo a condizioni molto ristrette - il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. "Per stanare il signor Mittal sulle sue reali intenzioni, gliel'ho offerto subito (lo scudo ndr.): mi ha risposto che se ne sarebbe andato comunque, perché il problema è industriale, non giudiziario. Quindi chi vuole reintrodurre lo scudo per levare un alibi a Mittal trascura il fatto che Mittal non lo usa, quell'alibi", ha premesso il premier, in un'intervista al 'Fatto quotidiano'. "Anche solo continuare a parlarne ci indebolisce nella battaglia legale, alimenta inutili polemiche e ributta la palla dal campo di Mittal a quella del governo. Soltanto se Mittal cambiasse idea e venisse a dirci che rispetterà gli impegni previsti dal contratto - cioè produzione nei termini previsti, piena occupazione e acquisto dell'ex Ilva nel 2021 - potremmo valutare una nuova forma di scudo".
Nella maggioranza, contrario allo scudo è anche Liberi e uguali. "Come ha analiticamente dimostrato il ministro Stefano Patuanelli nelle sue comunicazioni al Parlamento, il riferimento di ArcelorMittal alla rimozione dello scudo penale per giustificare l'abbandono dell'Italia e' strumentale", ha sottolineato il deputato di leu, Stefano Fassina, a Radio Radicale. "Presentare emendamenti per reintrodurre lo scudo penale per ArcelorMittal vuol dire indebolire la posizione negoziale del governo. Vanno bocciati senza se e senza ma".
Mentre il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, in un'intervista a 'Repubblica', ha parlato del 'cantiere Taranto' che Conte presenterà nella prossima riunione del Consiglio dei ministri. "Siamo pronti a reinserire lo scudo, scrivendolo per bene. Ma devono rinunciare ai 5 mila esuberi. Ci può essere anche uno sconto sull'affitto, ma solo se Arcelor si impegna a nuovi investimenti. Solo così la partita si può riaprire", ha garantito.
L'opposizione è compatta: sì allo scudo
L'opposizione è compatta invece per il ripristino dello scuso. "Era negli accordi", ha affermato l'ex vice premier Matteo Salvini. Al di la' dell'ex Ilva "che è un caso drammatico, non è un bel segnale alle imprese di tutto il mondo, quello di un governo e di un Paese che cambia i contratti firmati perché così allontaniamo le imprese, non le avviciniamo", ha detto Salvini, impegnato in campagna elettorale in Emilia-romagna.
"Bisogna mettere al più presto fine al balletto sulla pelle dei lavoratori dell'ex Ilva e sul futuro industriale del Paese. Invece la maggioranza resta dilaniata, e mentre il premier annuncia la 'battaglia legale del secolo' contro ArcelorMittal, la ministra Bellanova avverte che questa vicenda non si risolve nelle aule giudiziarie", ha sostenuto la capogruppo di Forza Italia al Senato, Annamaria Bernini.
"Italia Viva, dopo aver votato contro lo scudo penale, presenta un emendamento fotocopia di quello di Forza Italia per ripristinarlo, ma i Cinque Stelle non ne vogliono sapere. Conte, in piena confusione, ora apre a uno scudo 'soft'. Manca insomma una strategia credibile per riaprire la trattativa con la multinazionale indiana, e noi restiamo convinti che il primo passo, in ogni caso, sia tornare allo scudo. Chi parla di nazionalizzazione dimentica che i danni peggiori, anche dal punto di vista ambientale, li ha causati proprio la gestione statale. La schizofrenia di questa maggioranza allontana ogni soluzione e ha già dato un segnale devastante: vietato fare investimenti in Italia".