Amareggiata e fortemente sorpresa. Sintetizza così il suo stato d'animo la senatrice a vita Liliana Segre, contattata dall'Agi, il giorno dopo l'astensione di Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia sul voto al Senato che istituisce la Commissione parlamentare contro l'odio da lei proposta.
"Lo so che molti mi hanno manifestato in tutti modi, come possibile, la loro solidarietà ma ci sono rimasta male" racconta Segre. "Vede, io sono al Senato per caso, ci sono arrivata a 88 anni, non ho mai fatto politica e non ragiono in termini politici, ma etici e morali. Mi sono rivolta alla coscienza di ognuno e pensavo che una commissione contro l'odio come principio dovesse essere accettata da tutti, mi sembrava un discorso quasi banale. Sono rimasta fortemente sorpresa perché tutti i distinguo che ho cominciato a sentire esulavano dal mio pensiero".
Eppure molti tra i senatori che si sono astenuti si sono levati in piedi per applaudirla. "Sì, i battimani nei miei confronti sono stati enormi, anche tra chi non ha votato a favore della Commissione. L'astensione non è più un voto contrario al Senato, però ho pensato che fosse un controsenso. C'è stata ovviamente obbedienza ai gruppi che decidono, ma per fortuna ci sono ancora quelli che ragionano con la propria testa. Se il Senato fosse composto da persone che dicono sì o no a seconda del comando che ricevono ci sarebbe da piangere".
Che cosa succede ora? "La commissione nei tempi tecnici prenderà forma - sottolinea Segre - e poi si vedrà. Sara' composta da tutti i partiti e si potrà discutere di volta in volta sui contenuti. Mi sembra importante che in tempo di pace si cerchi di prevenire l'odio, visto che è dappertutto".