Si allontana la data dell'audizione di Giuseppe Conte al Copasir sulla cosiddetta vicenda Russiagate nel giorno dell'elezione a presidente del leghista Raffaele Volpi, che vuole prima riunire l'ufficio di presidenza del Comitato la prossima settimana. Da Palazzo Chigi, intanto, si riafferma correttezza e trasparenza nell'operato del presidente del Consiglio e si chiede uno stop alle "ricostruzioni fantasiose che gettano discredito sulle istituzioni".
"In questi giorni sulle pagine dei quotidiani si continuano a leggere molteplici ricostruzioni e retroscena che coinvolgono la figura del presidente del Consiglio e la nostra intelligence", lamentano fonti della presidenza del Consiglio, che smentiscono, come del resto aveva già fatto il Colle, la ricostruzione del Messaggero secondo cui Palazzo Chigi avrebbe informato il Quirinale in merito alle presunte richieste giunte all'Italia dall'amministrazione Usa.
"Mai pronunciati i virgolettati su Vecchione"
Da Palazzo Chigi poi si smentisce anche un articolo di Repubblica, in cui vengono attribuiti al presidente del Consiglio presunti virgolettati sulla figura del direttore del Dis Gennaro Vecchione, "mai pronunciati, e in cui si parla di fantomatiche riunioni segrete tra Conte e Vecchione a Chigi. Circostanza, quest'ultima, che rasenta il ridicolo - si sostiene -, in considerazione del fatto che periodicamente il premier riceve a Palazzo Chigi il direttore del Dis".
"Ogni giorno la presidenza del Consiglio sarebbe costretta a smentire numerosi articoli che, attraverso ricostruzioni fantasiose e spesso non verificate, veicolano notizie infondate, addirittura contradditorie rispetto a quelle pubblicate il giorno precedente, alimentando intorno a questa vicenda un clamore mediatico che genera disinformazione e getta discredito sulle nostre istituzioni, e che pertanto Palazzo Chigi non intende assecondare.
Il presidente del Consiglio ha già espresso in più occasioni la propria disponibilità a riferire al Copasir, nei tempi che lo stesso Comitato parlamentare riterrà opportuni - si chiarisce -. In quella occasione il presidente del Consiglio, nella massima trasparenza, informera' il Copasir, e solo successivamente gli organi di informazione e l'opinione pubblica".
La nuova guida del comitato parlamentare che sovrintende ai servizi segreti è stato tra gli artefici della Lega nazionale. È il secondo leghista eletto alla presidenza del Comitato dei servizi
Sergio Mattarella, che tra una settimana vedrà Donald Trump, difficilmente avrà gradito il focolaio di polemiche sul caso Russiagate, e oggi il Quirinale ha smentito seccamente la notizia riportata dal Messaggero. "Non risulta alcuna informativa al Quirinale sul caso in argomento, anche perché il Quirinale non riceve abitualmente notizia di singole operazioni di collaborazione in corso tra paesi alleati".
Una presa di distanza che si accompagna al chiarimento che trapela da giorni sempre dal Colle per cui la gestione dei vertici dei Servizi è ovviamente di competenza governativa. Della vicenda però non si è parlato al pranzo di lavoro al Quirinale tra il Presidente, il premier e alcuni ministri in vista del vertice Ue. Un debutto al Colle per la nuova compagine che ha avuto al centro temi cruciali come Brexit e immigrazione.
La nomina di Volpi non è troppo gradita al premier
In merito al Copasir, l'elezione di Volpi non risulterebbe - secondo alcune fonti parlamentari - particolarmente gradita a Conte, per le note frizioni con Matteo Salvini e il suo partito, e al Movimento 5 stelle, cui farebbero capo le tre schede bianche nel voto che si è svolto a scrutinio segreto. Il leghista ha ottenuto sei voti: quello del compagno di partito Paolo Arrigoni, dell'ex candidato di FdI Adolfo Urso e degli esponenti di Italia viva, Pd e FI, tranne Elio Vito che avrebbe votato per sè.
Poco dopo l'elezione, l'ex sottosegretario alla Difesa ha assicurato che manterrà "una posizione istituzionale, nella tradizione del comitato". "Faremo un lavoro istituzionale, il comitato rappresenta tutto il Parlamento, anche i gruppi che, evidentemente, per ora non sono rappresentati", ha detto. "Credo che la cosa migliore da fare sia prendere una posizione estremamente istituzionale nella tradizione dello stesso comitato e cominciare a lavorare dalla prossima settimana insieme a tutti per vedere quali possono essere i calendari delle priorità".
La prossima settimana si riunirà l'ufficio di presidenza per decidere priorità e calendario dei lavori, dove troverà posto l'audizione di Conte, ha spiegato. "Non è il presidente del Consiglio a decidere le priorità, di venire al comitato - ha affermato -. Noi siamo disponibili, ovviamente. Nel momento in cui il comitato avrà fatto un suo ordine del giorno, insieme ai rappresentanti di tutti i gruppi, sicuramente contatteremo la segreteria del presidente Conte e concorderemo con lui i tempi dovuti per questi incontri che sono così spesso sollecitati".