Spesso si sente dire: “La politica si decide a tavola”. O anche: più facile trovare accordi a pancia piena. Per stare agli anni nostri, dal Patto della crostata del ‘97 sulla Bicamerale, al quello dell’arancino 20 anni dopo, per arrIvare ai gastro-post di Matteo Salvini, gran parte della storia della Seconda Repubblica è scandita, diciamo così, da accordi a sfondo alimentare. La cronaca recente, sui social, trova spesso nel gergo culinario gli hashtag di maggiore successo.
Se in ballo c'è però il dialogo interreligioso e le feste patronali, il discorso di complica un po’. Sì perché a Bologna, in vista della festa di San Petronio, la Curia con il Vescovo, monsignor Zuppi, ha annunciato in settimana la preparazione di pochi chilogrammi di tortellini senza maiale, per chi non può mangiarne per diversi motivi. È stato uno dei tormentoni di questa settimana, analizzati da KPI6 per Agi*.
Sui social è stata una lunga giornata, quella del primo ottobre. Sebbene nel 32% dei contenuti dell’audience su Twitter il focus ha riguardato gli aspetti culinari, con molta ironia, pochi riferimenti all’accoglienza, all’inclusione sociale e a quella religiosa. Solamente nel 12% dei tweet si è parlato di Chiesa e appena nel 9% di religioni. In compenso, sono stati tantissimi i meme e i contenuti che nulla hanno avuto a che fare con politiche sull’immigrazione e la religione.
Anche il 'sentiment' - relatIvamente contenuto quello negativo (49%) - conferma quanto la discussione sui tortellini sia stata interpretata in chiave ironica e scherzosa, nonostante alcuni politici non l'abbiano pensata così: Salvini e la Lega, ad esempio, hanno parlato di attacco alla tradizione.
La ricetta della discordia regala l’83% dei retweet a Salvini
Tra le Tweet dei politici durante la settimana in questione*, Matteo Salvini ha scritto il 53% dei commenti, ottenendo l’83% dei retweet su questo argomento, ai quali va sommato un altro il 20% proveniente dall’account della Lega: tortellini, nonni, nonne, e padretèrno, in sintesi. Potere al Popolo si è contrapposto al leader leghista elogiando un’iniziativa utile “per dare risposte concrete ai bisogni delle persone”.
Ben più tranchant Guido Crosetto: “La Chiesa ci è maestra nel cercare di non dividere. Tanto più su sciocchezze”.
Calenda ammette: “Sul neoliberismo ho sbagliato”
Schietto, diretto e mai banale Carlo Calenda. La settimana di monitoring si chiude con l’autocritica dell’ex ministro dello Sviluppo economico e gli effetti su Twitter:
“Una delle più grandi cazzate che abbiamo raccontato è che non si salvano i posti di lavoro, ma si salva il lavoro. Poi quando ho avuto davanti l’operaio dell’Embraco ho capito che era una gran cacchiata”.Carlo Calenda su Twitter
Tasse e manovra: il centrodestra spopola
Le principali forze di opposizioni (Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia) hanno scritto quasi il triplo dei contenuti su Twitter con oggetto la manovra, il Def, l’Iva e le tasse. Ai temi economici Forza Italia ha sempre dedicato molta attenzione, e in questa occasione si è rivelato persino il partito con il maggior numero di contenuti (45%), distribuiti omogeneamente durante la settimana, posizionandosi sopra tutte le altre forze politiche. A seguire la Lega (20%).
Renato Brunetta è il top user per quantità di tweet pubblicati (31%), “picconatore” della manovra in totale disaccordo con l’impostazione di finanza pubblica del Governo.
Ancora una volta su Twitter Matteo Renzi ha performato molto bene: è stato suo il contenuto con più condivisioni, assieme a quello di Matteo Borghi (Lega). Sulle tasse si è concentrata la gran parte delle conversazioni e Silvio Berlusconi ne ha approfittato per rilanciare l’alleanza, ottenendo il miglior tasso di engagement (27%): “Con gli altri partiti di centro-destra faremo opposizione comune”.
Curioso notare come solo Matteo Orfini del Partito democratico sia riuscito a contendere l’attenzione degli utenti con argomenti che non hanno riguardato l’economia, ma in questo caso lo #IusCulturae (la proposta di legge Polverini che prevede la cittadinanza italiana per i minori stranieri nati in Italia che vi abbiano risieduto legalmente senza interruzioni fino al compimento del corso della scuola primaria) e la contrapposizione con il Movimento 5 Stelle sul taglio dei parlamentari: Ancora una volta sono Salvini e Renzi i politici più menzionati dall’audience: gli utenti vogliono stabilire conversazioni, porre domande o critiche rivolgendosi direttamente agli account dei due leader.
I politici più spesso in causa questa settimana, hanno in comune una 'sentiment analysis' negatIva, in particolare Giorgia Meloni.
Approfondendo l’analisi si nota che molti utenti condividono le posizioni di Meloni, rispondono con emoji e commenti ostili nei confronti della manovra. Perciò nel suo caso, si rileva un sentiment negativo che partendo dai tweet della leader di Fratelli d’Italia, ha l’obiettivo la contestazione dell’esecutivo e della manovra.
Tra i più menzionati troviamo Luigi Marattin, ex Pd ora a Italia VIva, molto presente sia nei talk show televisivi, che sui social. Questa settimana alcune sue dichiarazioni hanno fatto discutere; in particolare “serve più Deficit”, che era anche una delle posizione espresse da Lega e M5s nel precedente Governo.
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*L'analisi ha preso in esame le discussioni su Twitter nella settimana 27 settembre - 3 ottobre.