Il Presidente della Camera dei deputati Roberto Fico ritiene che la democrazia diretta è complementare, ma non sostitutiva della democrazia rappresentativa e che nel Movimento è giunta l’ora di fare una discussione il cui perno “deve essere la collegialità”.
In un’intervista al Fatto Quotidiano, il Presidente di Montecitorio afferma che “oggi il M5s è molto complesso, con una vasta partecipazione. Servono nuove forme per aumentare la collegialità, per renderla migliore” e le forme per attuarla “possono essere tante” ma ciò che è necessario è “uno schema di partecipazione alle scelte, non solo nei momenti di emergenza”.
Questa esigenza, forse, si rende oggi tanto più necessaria dopo che in un sabato di agosto Beppe Grillo ha scritto sul blog che era necessario allearsi con il Pd. “Il pensiero di Beppe ha creato un grande dibattito, e da lì è scaturito il percorso – prosegue Fico – le opinioni diverse servono a costruire una strada. E il lavoro del gruppo parlamentare è stato fondamentale”.
Quanto al voto sulla piattaforma Rousseau, per il Presidente della Camera “andava fatto, perché noi abbiamo consultato gli iscritti in tutti i passaggi importanti. E poi il sì è stato plebiscitario, a conferma che la strada intrapresa è ragionevole”. Fico ricorda poi che anche nel 2018 era nato un governo che non era stato votato dagli elettori, in un Parlamento senza una chiara maggioranza. Il M5s allora fece un accordo di programma con la Lega, dopo che non era riuscito a farlo con il Pd. “La verità – aggiunge oggi – è che ha vinto la democrazia parlamentare, assieme al buon senso di portare avanti le cose da fare”.
Fico poi precisa di non aver mai pensato al Movimento “come l’antipolitica o l’antisistema” perché, semmai, “noi vogliamo rinnovare la politica, dare forza ai temi”. Poi il Presidente della Camera affronta il tema del ritrovato europeismo dei 5Stelle, “ma la verità – osserva – è che è l’Unione che sta cambiando”, per poi aggiungere: “Nel programma del commissario europeo Von der Leyen ho visto per la prima volta in modo netto punti come la revisione del trattato di Dublino sui migranti e quella del Patto di stabilità, per favorire manovre più espansive, assieme all’impegno sulla riduzione delle emissioni inquinanti”.
Fico sostiene pertanto che “se vuoi cambiare tutto alla fine non cambi nulla” invece “se lavori con la politica, tra cinque anni potremo cambiare delle cose. E riusciremo a ‘contaminare’ l’Europa con nuove idee”. Allearsi con il Pd alle prossime Regionali è cosa bona e giusta? “Su quello mi rifaccio allo Statuto, che prevede la possibilità di allearsi con liste civiche”, conclude il Presidente.