A poche ore dal secondo voto di fiducia al governo Conte-bis i giallorossi fanno i conti e regna un cauto ottimismo, viene spiegato sia da fonti parlamentari sia M5s che Pd.
Nella maggioranza si parte da 169 sì, che però potrebbero crescere fino a 171, bissando la fiducia incassata un anno fa dal primo governo Conte sostenuto dai gialloverdi. All'appello mancherebbero una manciata di voti, peraltro previsti, viene ricordato.
Due le 'defezioni' tra le fila pentastellate: il 'no' certo del senatore Gianluigi Paragone - che ha dato appuntamento in Aula quando farà un intervento "duro contro Conte" - e il non voto per assenza giustificata legata a problemi di salute di una senatrice M5s. Sarebbero invece rientrate le perplessità di altri senatori 5 stelle.
Dunque, i sì pentastellati dovrebbero essere 105 (il gruppo conta 107 senatori a palazzo Madama). Come ha assicurato questa mattina Gianluca Castaldi. Quanto al Pd, che conta 51 senatori, si sta ancora lavorando per convincere Matteo Richetti a votare la fiducia, mentre risulta un'assenza giustificata tra le fila dem.
Dunque, i sì alla fiducia dovrebbero essere 49 o 50, a seconda della decisione che prenderà Richetti. Quanto a Leu, sono dati per certi i 4 voti del gruppo. E si arriva così a quota 158-159. A questi numeri si aggiunge il voto a favore della senatrice a vita Elena Cattaneo, già annunciato in Aula.
Si attende l'intervento di Liliana Segre, iscritta a parlare in discussione generale, ma anche lei dovrebbe dare la fiducia al Conte II. Secondo fonti parlamentari di maggioranza anche Mario Monti non dovrebbe far mancare il proprio voto a favore. Si arriva così a quota 161-162.
Il Psi voterà a favore, ha annunciato Nencini e si sale a 162-163. Altri 4 voti dovrebbero arrivare dal gruppo Misto tra le file degli ex M5s: si sale a quota 167. Non voterà a favore, invece, Emma Bonino, che spiegherà in Aula i motivi. Non è ancora certo come si comporterà il gruppo delle Autonomie: ieri Svp alla Camera si è astenuta.
Se voteranno a favore i sì salirebbero almeno a 169-170. Del gruppo, però, fanno parte anche alcuni senatori (tra i 4 e i 5), come Pier Ferdinando Casini, che potrebbero votare sì. Insomma, quota 169 (la maggioranza assoluta è di 161) sarebbe data quasi per certa, ma appunto, pallottoliere alla mano, i sì potrebbero addirittura superare i 171 raggiunti dal primo governo Conte e salire a 172-173.
Ser