Con l'ufficialità della rosa che compone il nuovo esecutivo, e la conseguente fine della crisi di governo, arrivano le parole di commiato di quelli che ormai sono a tutti gli effetti degli ex-ministri. Come quello di Giulia Grillo, su Facebook. O quello di Danilo Toninelli, tra i più criticati, che ha affidato sempre ai social il suo saluto. "Sapevo che l'impegno sarebbe stato al tempo stesso gravoso ed entusiasmante, ma questi 15 mesi di governo sono andati oltre ogni mia immaginazione e previsione. È stata un'esperienza intensa come non mai".
"Ho dato il massimo per onorare il mio mandato al Mit, per interpretare quel cambiamento di cui il Paese ha bisogno. Ho donato tutto me stesso, a volte anche sbagliando, come può capitare, ma comunque nella convinzione di aver agito, giorno dopo giorno, per l'esclusivo interesse dei cittadini. E i risultati stanno lì a dimostrarlo", aggiunge.
La lista delle cose fatte
Toninelli rivendica le azioni compiute da ministro delle Infrastrutture in una lunga lista. "Lo dimostra Genova con i segni evidenti della sua rinascita dopo la tragedia del Morandi. La dedizione mia e del Governo per la città è stata assoluta: basti ricordare il miliardo che abbiamo impegnato per dare pronte risposte ad abitanti e imprese coinvolti nel crollo del ponte.
Lo dimostra lo sforzo per il rilancio del porto di Gioia Tauro che sembrava destinato a morire. Oppure il lavoro per riattivare i grandi cantieri Cmc in Sicilia e il Quadrilatero Marche-Umbria, cantieri che versavano in stallo totale".
Compresa la parte legata agli appalti: "Lo dimostra la grande riforma del Codice degli appalti che abbiamo avviato: proprio in questi giorni si è chiusa la consultazione pubblica per la stesura del Regolamento unico, con circa 600 contributi arrivati. Soprattutto, abbiamo messo in campo le condizioni per sbloccare o accelerare poco meno di 40 miliardi di opere attraverso i commissariamenti del decreto Sblocca cantieri. Senza dimenticare gli oltre 50 miliardi di lavori attivati attraverso il Cipe".
I tre pilastri del suo mandato
"Potrei citare i tanti altri dossier fermi da anni che abbiamo risolto o avviato a soluzione", continua, ma "è su tre parole chiave che abbiamo incardinato una vera rivoluzione: manutenzione, controlli, autostrade. Abbiamo usato gli strumenti dei contratti di programma Anas e Rfi per rafforzare come non mai la manutenzione delle infrastrutture esistenti; perche', lo abbiamo sempre detto, la prima grande opera di cui l'Italia ha bisogno sono tante piccole opere diffuse sul territorio".
Gli attacchi subiti
Toninelli si toglie anche un paio di sassolini dalle scarpe: "Le autostrade, ecco. Qui la rivoluzione che abbiamo impostato mi è costata durissimi attacchi personali. Il sistema ha reagito con una campagna mediatica scientificamente pianificata contro la mia persona. Ma non importa: sapevo di essere nel giusto".
E ancora: "Nel frattempo, abbiamo bloccato grandissima parte degli aumenti dei pedaggi per tutta la durata del mio mandato e, soprattutto, abbiamo dato all'Autorità dei trasporti il potere di creare un nuovo sistema tariffario che dal 2020 farà anche scendere i costi al casello, costringendo i gestori privati a misurare i profitti sugli investimenti reali nella sicurezza e nella qualità del servizio reso a chi viaggia".
"Si sono dunque ribaltati i rapporti di forza tra lo Stato e i concessionari: ora toccherà al nuovo Governo proseguire nel solco tracciato. Al Presidente Conte e ai nuovi ministri il mio più sincero in bocca al lupo". Al suo posto, infatti. è stata nominata Paola De Micheli, esponente del Partito Democratico.