“Con la Lega non si può assolutamente tornare, non potremmo mai più fidarci di chi ha aperto una crisi di governo senza alcuna ragione”. Roberta Lombardi, prima capogruppo alla Camera del Movimento, volto dell'ormai celebre streaming con Pier Luigi Bersani, oggi capogruppo 5Stelle alla Regione Lazio, in un’intervista a Il Fatto Quotidiano in edicola racconta di essere una gran tifosa dell’accordo di governo di governo con il Pd.
Il motivo è semplice, “perché abbiamo una cornice di valori in comune”, dice, e poi “abbiamo l’impegno con i cittadini di portare avanti i punti di programma con cui ci siamo presentati alle scorse Politiche”. E poi lei già tratta con il Pd alla Regione Lazio, cercando “di convincere i democratici a lavorare assieme su punti necessari e comuni a entrambi, dai rifiuti all’economia circolare. E lo stiamo facendo” afferma.
Ma Alessandro Di Battista ha riaperto alla Lega con un post, come si concilia? “Se vuole davvero dimostrare di aver capito la lezione delle Europee – risponde Lombardi – il Movimento deve tornare a muoversi in modo corale e non per fughe in avanti di qualcuno. Giocare al rialzo su temi importanti per il Paese è giusto. Quello che è pericoloso è farlo con una tempistica sbagliata”.
Quindi con il Pd si posso trovare punti di contatto “su temi come l’ambiente, la coesione sociale e il conflitto d’interessi, e sono essenziali il taglio dei parlamentari e il disinnesco delle clausole Iva” mentre “sull’immigrazione – sottolinea – abbiamo sempre avuto un’impostazione diversa da quella del Pd, anche se già molti anni fa facemmo approvare da tutto il Parlamento una mozione in cui chiedevamo, tra l’altro, che i migranti fossero redistribuiti nei vari Paesi europei e i corridoi umanitari”. Però, ammette, “sulla sicurezza abbiamo ceduto un po’ troppo alla Lega, è vero” ma con i dem “si può ricostruire un percorso anche su questo” punto.
Conte si o Conte no? È essenziale una sua permanenza? Roberta Lombardi risponde ricordando la massima di Gianroberto Casaleggio, secondo cui “siamo tutti indispensabili ma nessuno è insostituibile” dopodiché ricorda che “non è mai stato iscritto al Movimento”, si è costruito una grande credibilità anche a livello internazionale” ed “è una risorsa del Paese, che va valorizzata”. Niente di più. E Di Maio, sì o no nel governo? “Ritengo che i nomi di primo piano di Pd e M5S non dovrebbero fare parte di un eventuale nuovo governo. Potrebbero essere divisivi” dice Lombardi che chiede “responsabilità e coraggio”.
Ma il Pd resta pur sempre il “partito delle banche”, come è possibile far digerire un accordo di governo alla base grillina? “La nostra gente ha mostrato sempre di avere senso pratico” dice Lombardi, e l’accordo con il Pd “stavamo per farlo anche nel 2018, poi Renzi lo fece saltare” e in ogni caso “anche la Lega era quella dei 49 milioni euro” di rimborsi pubblici spariti e che amministra Comuni e Regioni con Berlusconi, eppure “gli iscritti ci dissero di andare avanti, per realizzare il programma”. Insomma, pragmatismo.
L’accordo andrà comunque ratificato sulla piattaforma Rousseau? “Sarebbe nelle nostre corde” risponde Lombardi. Cosa osta? “Comunicare in pochi giorni il senso e i punti di un’intesa così complessa, perché giustamente il Quirinale ha fretta di mettere in sicurezza il Paese, non mi pare facile. Bisognerà valutare”. Insomma, potrebbe essere non indispensabile.