"Come abbiamo sempre detto: attendiamo le dichiarazioni di Conte e l'apertura della crisi. A quel punto alla Direzione del 21 riaffermeremo una posizione chiara: o nel corso delle consultazioni si verificano le condizioni per un governo forte e di rinnovamento anche nei contenuti o è meglio il voto". Con questa dichiarazione Nicola Zingaretti cerca di sgombrare il campo dagli equivoci durante l'ennesima giornata combattuta in casa dem, alla vigilia della giornata che deciderà la crisi.
Ora che è arrivata la benedizione del padre nobile Romano Prodi a un esecutivo di legislatura, magari aperto anche a Forza Italia, Zingaretti ha la copertura politica sufficiente per portare avanti il dialogo con M5s su un governo che prenda il posto di quello gialloverde. Il segretario del Pd potrà così strappare al rivale Matteo Renzi la bandiera del dialogo, dopo essere stato spiazzato dall'iniziativa dell'ex premier che ha rotto il tabù antigrillino.
Certo, per prendere il controllo dei gruppi parlamentari, e quindi del partito, il governatore del Lazio rischierebbe di dover attendere quattro anni. Ma qua una grossa mano gliela ha data Luigi Di Maio stesso, quando ha chiarito che il suo interlocutore per un'eventuale trattativa potrà essere solo il segretario. Anche perché è da tempo chiaro che il principale bersaglio che Salvini offrirà alla piazza, in caso di accordo tra M5s e Pd, sarà proprio il "senatore semplice" di Scandicci, il quale sembra pronto, se accordo sarà, a giocare un ruolo defilato, magari lavorando con calma a un progetto solista, chissà.
Il dialogo quindi c'è, e ha scatenato i retroscenisti dei maggiori quotidiani, sui quali si rincorrono da giorni le indiscrezioni più disparate sulla possibile disposizione delle 'caselle' in un esecutivo giallorosso. Supposizioni o abbozzi di negoziato? Difficile dirlo. L'unica cosa certa è che i rumor secondo i quali il Pd sarebbe disposto addirittura ad appoggiare un secondo mandato di Giuseppe Conte sono stati decisamente troppo. E hanno spinto l'Ufficio Stampa del Nazareno a diramare la seguente nota:
Siamo alla vigilia dell'intervento del Premier Conte in Parlamento e in presenza di una crisi di governo ancora non parlamentarizzata. Per questo motivo, in riferimento ad alcune notizie rilanciate oggi, l'Ufficio Stampa del Pd precisa che è privo di fondamento parlare di negoziato sul governo e addirittura di caduta di tabù per un eventuale Conte bis.
Boccia attacca Renzi: "Ha fatto un tragico errore"
Che la situazione sia ancora confusa prima di tutto all'interno del Pd (dove, come è noto, Carlo Calenda ha già annunciato l'addio in caso di sodalizio con M5s) lo testimonia un'intervista di stamattina a Repubblica del deputato dem Francesco Boccia, che ha definito un "tragico errore avere aperto a un nuovo governo prima dell'apertura della crisi" e tutto questo "per eccesso di protagonismo". Boccia sospetta che la disponibilità dell'ex premier a stare in disparte possa essere il preludio a uno sganciamento dell'ex "ditta" e per questo invita i renziani ad avere una rappresentanza in un eventuale esecutivo con i 5 Stelle, ai quali Renzi avrebbe dato "una centralità enorme" mentre "solo dopo l'apertura della crisi e la sintesi del presidente della Repubblica avremmo posto le nostre condizioni nette per una maggioranza di legislatura o voto immediato".
E il renziano Faraone esplode: "Lasciateci in pace!"
Suona come una replica il post su Facebook del senatore renziano Davide Faraone, che con la segreteria ha il dente avvelenato per essere stato esautorato dalla guida del Pd siciliano.
"Non mi meraviglia che Salvini attacchi Renzi e una quarantina di senatori renziani che vogliono cacciarlo, né che Grillo attacchi Renzi. Neppure che Scalfari, ogni santa domenica, attacchi Renzi e non mi meraviglia che l'Espresso dica che Renzi e Salvini siano uguali. Non mi meraviglia neanche che nessuno del Pd difenda Renzi e che anzi, tanti del Pd attacchino Renzi e i renziani", scrive Faraone, "stanno tutto il tempo a brandire una scissione, a dire che vogliamo andare via dal Pd, che vogliamo farci un altro partito e in tanti nel Pd ci trattano come se fossimo di un altro partito. Non uno straccio di comunicato a difesa di Matteo e dei senatori del Pd attaccati da Salvini quotidianamente. Addirittura leggo di strategie di 'autorevoli' esponenti del Pd che si accontentano di avere Salvini premier pur di cacciare 'Renzi e i suoi'. Ma lasciateci in pace!".