Scontro in capigruppo al Senato. Ma i numeri danno la meglio allo strano asse M5s e Pd che, grazie anche ai voti di Leu e delle Autonomie, a maggioranza fissano per il 20 agosto la seduta dell'Assemblea di palazzo Madama sulle comunicazioni che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella lettera inviata venerdì ai presidenti dei due rami del Parlamento, si è detto disponibile a rendere. Ma il centrodestra, che si ricompatta, prova a stringere i tempi della crisi e chiede che l'Aula venga convocata già mercoledì 14 agosto, subito dopo le commemorazioni per il primo anniversario del crollo del Ponte Morandi di Genova. Ma, soprattutto, Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia chiedono che l'Aula sia chiamata ad esprimersi non sulle comunicazioni di Conte, bensì sulla mozione di sfiducia che la stessa Lega ha presentato nei confronti del premier.
Dopo due ore di scontro in capigruppo, la presidente Elisabetta Casellati mette ai voti le proposte e quella di M5s e Pd passa a maggioranza. Ora toccherà all'Aula, domani pomeriggio alle 18, pronunciare l'ultima parola sul calendario, ma difficilmente il centrodestra unito riuscirà a modificare quanto deciso oggi. I numeri, infatti, offrono pochissime chance ai partiti di Salvini, Meloni e Berlusconi. Ed è proprio sulla convocazione dell'Aula domani che sale la tensione, con Pd e Leu che puntano il dito contro la seconda carica dello Stato, definendo la sua una 'forzatura' sul timing di "gravità inaudita".
"Da Casellati l'ennesimo favore a Salvini"
"La Presidente del Senato forza il calendario per fare l'ennesimo favore a Salvini. I diktat della Lega non possono cambiare i numeri in Parlamento. Domani l'aula lo dimostrerà", scrive Andrea Marcucci, capogruppo dem al Senato, su Twitter. "La Casellati ci convoca domani alle 18 in Aula al senato. Pensa di far felice Salvini e in realtà renderà plastico che Capitan Fracassa è minoranza. Il Parlamento non è il Papeete, da domani Salvini scappa", rincara la dose Matteo Renzi.
Dunque, salvo sorprese, domani l'Assemblea di palazzo Madama confermerà le comunicazioni di Conte il 20 agosto. E lì si aprirà una nuova partita, che si giocherà nuovamente sui numeri. A meno che Conte, come sembra intenzionato a fare, non scelga di non attendere il voto che seguirà sulle risoluzioni che ogni gruppo può presentare, e decidere di salire al Colle per rassegnare le dimissioni prima che i senatori si esprimano.
Se, invece, voto dovrà essere, allora potrebbero essere determinanti le nuove e strane alleanze trasversali - come avvenuto oggi in capigruppo - che, è una delle ipotesi di scuola, potrebbero anche approvare una risoluzione a sostegno del premier o, comunque, di un governo di transizione che porti il Paese a nuove elezioni ma non nell'immediato, come invece chiede Salvini, bensì solo dopo il varo della manovra.
Qualsiasi sia la decisione su cui il Senato tra domani e martedì 20 agosto sarà chiamato ad assumere, saranno determinanti gli equilibri numerici e politici. E se si dovesse rinnovare la 'strana' alleanza andata in scena oggi tra Pd e M5s, difficilmente Conte dovrà affrontare un voto di sfiducia nei suoi confronti.