"Salvini ci sta sfiancando, ci sta logorando". Per tutta la giornata nei corridoi del Senato impegnato a discutere e a votare il decreto sicurezza bis, è un coro unanime all'interno del Movimento 5 stelle. Sotto traccio non si nasconde lo scontento. Il pressing del vicepremier della Lega sul decreto sicurezza bis è stato fortissimo, quello sulla Tav è sempre più asfissiante.
Sul decreto sicurezza i vertici M5s sono riusciti a limitare in qualche modo il dissenso (sei non hanno votato), rispetto ai dieci malpancisti che inizialmente avevano minacciato di buttare giù il governo. "Chi esprime malessere piuttosto vada sul territorio a recuperare il consenso. Così si fa squadra", sottolinea un fedelissimo di Di Maio.
Per i pentastellati c'è anche una terza 'via' all'orizzonte per sfuggire al tentativo della Lega di logorare l'alleato. Un mega-rimpasto che cambi l'architettura del governo. A rischio c'è sempre il ministro Toninelli, ma l'operazione per cambiare alcune caselle dell'esecutivo alla ripresa dei lavori parlamentari potrebbe essere concordata per ridare slancio all'azione del governo.
"La Lega vuole prima capire se è possibile proseguire oppure no con questo esecutivo", afferma una fonte ministeriale del Carroccio. Il vero scontro ci sarà sulla Tav. "Noi non abbiamo alcun timore - sottolineano fonti parlamentari M5s - di andare al voto. Se la Lega vuole far saltare tutto il 7 agosto si assumerà le sue responsabilità".
Il timore di un governo tecnico
Il ministro dell'Interno è 'tranchant': una mozione contro la Torino-Lione è un documento di sfiducia al premier Conte. Parole che hanno irritato e non poco i pentastellati. "Ora non vuole neanche farci combattere la nostra sterile battaglia... è un documento che impegna il Parlamento non il governo, nel momento in cui verrà bocciato noi ne prenderemo atto. La finiamo lì. Il fatto è che vuole annientarci", dice un 'big' M5s.
Del resto la Lega voterà contro e dirà sì alle mozioni del Pd, di Fdi e di Forza Italia. E anche nel gruppo a palazzo Madama del partito di via Bellerio ci si interroga su quale sia la reale strategia del responsabile del Viminale, del motivo per cui alza l'asticella di continuo. Il timore è che se dovesse cadere l'attuale esecutivo si possa appalesare un governo tecnico.
"Zingaretti ha già avviato i contatti con il Movimento 5 stelle", sottolinea un senatore della Lega. Tra gli 'ex lumbard' si arriva ad ipotizzare che mercoledì - quando si discuteranno le mozioni al Senato - il responsabile del Viminale possa passare all'attacco e certificare la necessità di arrivare ad un nuovo governo, visto che il premier Conte "verrà sfiduciato" dal Movimento 5 stelle. Tuttavia i fedelissimi del vicepremier ripetono che Salvini, al contrario di Giorgetti e dei ministri, ancora vuole portare avanti questo esecutivo. E giocarsi la partita sul taglio delle tasse. "Solo che in questo modo noi rimaniamo nell'angolo. Dobbiamo prima o poi contrattaccare", è il 'refrain' tra i pentastellati.
Le critiche nel M5s durante le dichiarazioni di voto
Il decreto sicurezza bis passa con 160 sì (alla maggioranza vanno aggiunti gli esponenti di Maie e del senatore Buccarella), ma M5s nelle dichiarazioni di voto non ha risparmiato critiche agli alleati di governo. "Mai come adesso, con un certo groppo nel petto, mi sovvengono le parole di Rino Formica che conoscete benissimo: "la politica è sangue e merda'", la citazione di Airola nell'Aula. "Basta con i 'no' e i diktat della Lega", l'alt di Mantero.
Non partecipano al voto neanche La Mura, Fattori e Giarrusso. Al di là della decisione di Bugani maturata ieri, Di Maio non viene ritenuto il principale responsabile di una situazione che - questo il 'leitmotiv' tra i grillini - "ci ha portato al 14%".
"Il fatto è che Di Maio è troppo solo, dovrebbe permettere ad altri di noi di affiancarlo per contrastare lo strapotere della Lega", osserva una senatrice. Ad agosto sulla piattaforma Rousseau partirà il processo di riorganizzazione del Movimento, con il via libera ai 'facilitatorì e ai responsabili settoriali.
Il vicepremier M5s, dopo aver incontrato gli attivisti in tutta Italia, punta molto sulla nuova 'squadra'. "Ma il problema - osservano fonti parlamentari pentastellate - è che chi critica Di Maio dovrebbe semplicemente andare sul territorio e riconquistare il consenso della base. Non è possibile solo lamentarsi". Delusi gli ex M5s che si aspettavano un no al provvedimento portato avanti dalla Lega: "Qui c'è in ballo carne viva. Così hanno fatto passare un provvedimento che farà dei danni inenarrabili", l'irritazione del senatore De Falco.