Giuseppe Conte lo accusa di "scorrettezza istituzionale" per aver incontrato le parti sociali sulla manovra al Viminale. Luigi Di Maio stigmatizza la presenza alla riunione dell'indagato Armando Siri, di cui M5s ha preteso l'uscita dal governo. Nel 'borsino' ormai da mesi quotidiano delle tensioni intra-governative, Matteo Salvini si è attirato pesanti critiche dagli alleati.
Le più gravi, quelle del presidente del Consiglio che non ha gradito lo sconfinamento dell'ingombrante vicepremier nel terreno del confronto con sindacati e associazioni di categoria in vista della preparazione della legge di Bilancio. "I tempi e modi della manovra li decido io", ha scandito Conte. In conferenza stampa al Viminale, al termine di un incontro di circa sei ore con 43 associazioni e sigle partecipanti, il leader della Lega non ha voluto mostrare particolare irritazione nei confronti delle critiche ricevute, almeno quando ha tenuto a riconoscere il ruolo del premier, ribadendo di avere "piena fiducia" in lui.
Così come si è detto "non turbato" dalle sollecitazioni di Di Maio e Conte in merito all'inchiesta sui presunti finanziamenti russi alla Lega. "Non c'è stata alcuna coltellata di Conte a Salvini", è il refrain dei leghisti, che tentano di archiviare con nonchalanche la nota in cui Palazzo Chigi ha tenuto a sottolineare che è partito dal consigliere di Salvini Claudio D'Amico l'invito a Gianluca Savoini - coinvolto nella vicenda russa - a partecipare alla cena con Vladimir Putin di inizio luglio a Vila Madama.
Un risultato il vicepremier leghista sembrerebbe averlo ottenuto, anche grazie alle critiche di Conte: oggi l'attenzione dei media si è spostata un po' dal 'Russiagate' ai temi economici e alla manovra. Il premier e il suo vice leghista non si sono sentiti in queste ore. Ma - viene assicurato da fonti governative del partito di via Bellerio - Salvini non ha alcuna intenzione di ingaggiare un braccio di ferro avente come tema l'inchiesta sui presunti finanziamenti russi (oggi Savoini è stato ascoltato dai pm milanesi).
Semmai la strategia dell'ex lumbard è di mostrarsi concentrato sul lavoro, le "cose concrete", la "vita reale". In questa chiave viene letto l'incontro con le parti sociali che si è tenuto oggi al Viminale. Per i leghisti si è trattato di un incontro molto positivo, al quale, oltre ai vertici di tutte le sigle sindacali, hanno partecipato i massimi rappresentati delle associazioni di categoria, da Confindustria a Confcommercio e Coldiretti.
È stato un incontro "di partito", si sottolinea, dove sono state presentate le "proposte delle Lega". "In molti tra gli invitati ci hanno detto 'Grazie' per l'invito: qualcuno si dovrebbe porre una domanda per questo e darsi anche una risposta", ha detto Salvini, lanciando una 'stilettata' sia a Conte che Di Maio.
Interpellato dai giornalisti sulla presenza di Siri, Salvini ha poi aperto un nuovo fronte: quello che riguarda Massimo Garavaglia. Il viceministro leghista all'Economia è accusato di turbativa d'asta in un processo di cui è attesa la sentenza mercoledì. "Mi auguro che Massimo sia assolto", ha premesso Salvini. Ma, ha aggiunto, "in un Paese civile si è innocenti fino a prova contraria; non colpevoli fino a prova contraria". In caso di condanna di Garavaglia, i 5 stelle ne chiederebbero certamente le dimissioni.
L'ipotesi non solo allungherebbe la lista dei governativi leghisti "caduti" (come li ha definiti oggi Salvini) sotto i colpi dei 5 stelle, ma sarebbe un danno considerevole per il partito di via Bellerio.
Garavaglia è un esponente di 'peso' nella Lega e lascerebbe scoperto una casella fondamentale al Tesoro. Salvini oggi ha aperto il caso che esploderà nelle prossime ore anche perché nella Lega e nel suo leader - viene riferito - sta crescendo "l'insofferenza" nei confronti della "ghigliottina" e del "giustizialismo giacobino" che viene individuato negli alleati di governo, al di là dei "sacrosanti principi di legalità e giustizia" che vengono condivisi.