La prima notizia arriva quando il Consiglio dei ministri non è ancora iniziato. Ed è la mancata presenza del vicepremier Luigi Di Maio, assente per motivi personali, di salute. Questa la motivazione che, secondo fonti qualificate del Movimento 5 stelle, il leader pentastellato avrebbe addotto come giustificazione per aver saltato un Cdm così importante che ha dato il via libera al disegno di legge di assestamento del bilancio e al piano per evitare la procedura di infrazione per deficit eccessivo, proposta dalla commissione europea.
La comunicazione dell'assenza di Di Maio era stata fatta giovedì scorso alla presidenza del Consiglio, fanno trapelare fonti di Palazzo Chigi. "È comunque un fatto che Luigi non ha votato l'assestamento di bilancio", fa, però, notare un componente M5s del governo. Lo stesso 'cattivo' pensiero che hanno avuto molti esponenti della Lega. Matteo Salvini non ha gradito neanche la diretta Facebook di Di Maio, effettuata poco prima dell'avvio dell'incontro, e vissuta come un "attacco" del collega nei suoi confronti. Il leader della Lega ha lasciato Palazzo Chigi prima della conclusione, a tre quarti d'ora circa dall'inizio della riunione. Risultato: nessuno dei due vice premier e capi politici di M5s e Lega erano presenti nel momento dell'approvazione delle misure.
I provvedimenti varati, secondo il governo, "creano le condizioni per rendere ingiustificato l'avvio di una procedura di infrazione per deficit eccessivo nei confronti dell'Italia" in quanto il quadro di finanza pubblica è "ampiamente compliant con le regole del Patto di Stabilità e Crescita". Nessuna penalizzazione della crescita, della coesione sociale e della stabilità finanziaria del Paese, "tutte priorità che verranno confermate anche nella prossima Legge di bilancio 2020", assicura l'esecutivo.
Il pacchetto varato dal Cdm garantisce un aggiustamento strutturale di bilancio pari a oltre 0,3 punti percentuali di Pil a fronte, spiega il Mef, di un peggioramento di 0,2 punti percentuali previsto nell'accordo di dicembre. Nel dettaglio l'assestamento di bilancio certifica una correzione di 6,1 miliardi di euro, comprensiva delle misure fuori dal perimetro del bilancio dello Stato e del decreto-legge per il congelamento di 1,5 miliardi di spese derivanti dal minor utilizzo delle risorse stanziate per reddito e quota 100.
Si registrano maggiori entrate tributarie e contributive per 3,5 miliardi di euro e maggiori entrate non fiscali, che comprendono gli utili e i dividendi, per ulteriori 2,7 miliardi. Dal lato delle spese, 1,15 miliardi sono destinati a finanziare l'integrazione del Fondo sviluppo e coesione, il finanziamento del Tpl per 300 milioni, l'integrazione delle risorse per la misura 'Card diciottenni' e per il funzionamento dell'Agenzia dell'entrate. Altri 204 milioni servono per finanziare il Fondo politiche sociali, il funzionamento delle Università e il Fondo per il diritto allo studio. Tali uscite sono parzialmente compensate da minori spese per erogazioni associate alle deferred tax assets (Dta), le attività per imposte anticipate, e minori interessi.