Nel difficile incastro sulle nomine dei vertici Ue, l'Italia prova ad inserirsi per portare a casa lo stop alla procedura di infrazione per disavanzo eccessivo. "Sono due partite distinte", tiene a chiarire il premier, ma al di là delle dichiarazioni ufficiali della Merkel, "con Conte non abbiamo parlato di questo", ha spiegato la cancelliera tedesca al termine del Consiglio europeo, Roma è pronta ad appoggiare le differenti richieste franco-tedesche sul nuovo schema comunitario. Soprattutto ora che la scelta delle caselle chiave potrebbe avvenire al di fuori del contesto dell'affiliazione politica delle grandi 'famiglie' dell'Unione, a patto che il muro alzato nei confronti di Roma venga piano piano sgretolato.
I passaggi sono noti: mercoledì pomeriggio il Consiglio dei ministri completerà l'aggiornamento di bilancio, con il governo pronto ad alzare il 'tesoretto' ma senza arrivare ad una manovra correttiva perché "sarebbe una richiesta inaccettabile", il 2 luglio la risposta. La strada "non è affatto spianata" ma il premier farà di tutto affinché l'Italia non cammini su un crinale pericoloso.
E in questo percorso resta saldo l'asse tra il premier e il ministro dell'Economia Tria: i due, proprio nel momento in cui il negoziato a tarda notte è entrato nel vivo, si sono sentiti al telefono. Ed hanno sposato la linea del confronto con la Ue. "Ma l'Italia - ha chiarito il premier in conferenza stampa - non ha nulla di cui scusarsi, non veniamo qui a Bruxelles con il cappello in mano".
La tesi è sempre la stessa: "I numeri reali, con gli aggiornamenti di giugno, li abbiamo noi. Non si tratta solo di esercizi accademici. La Commissione potrà verificarli". Ma ieri i messaggi arrivati dai partner europei sono stati chiari: inutile ora parlare di regole, occorre solo rispettarle.
Questa mattina però all'Euro summit la pressione sarebbe leggermente diminuita. "L'incontro è andato bene", hanno spiegato da palazzo Chigi. E forse quell'accenno di Conte a Draghi, alla sua ultima partecipazione ad un Euro summit, non è stato casuale. La sponda del governatore della Bce, in un momento in cui l'esecutivo giallo-verde è nel mirino di Bruxelles, è un ottimo aiuto al negoziato. A lodare Draghi del resto non è stato solo il presidente francese Macron, ma dall'Italia anche Salvini ha esposto un giudizio positivo: "ha fatto bene". Anche se le regole, per il ministro dell'Interno, restano sbagliate.
Il negoziato tra Roma e Bruxelles continua, i tecnici del Mef sono al lavoro per preparare il Consiglio dei Ministri di mercoledì ma Conte - dopo aver lanciato l'allarme ieri - ora abbassa i toni e si appella affinché "l'approccio della Commissione Ue sia costruttivo". Ormai è dato per assodato che il confronto sarà portato avanti con l'organismo uscente, tuttavia il premier ribadisce che la lettera inviata non è un espediente per sottrarsi alle regole.
"Bisogna evitare la procedura ma non ad ogni costo" mette in chiaro Salvini. Da una parte c'è un premier che spinge per coniugare stabilità e crescita, dall'altra un vicepremier che non vuole sentire ragioni: "O si fa la flat tax o lascio", ha detto al 'Corriere'. Una sorta di aut aut che nella sede dell'esecutivo viene derubricato ad un messaggio non tale da sovvertire le sorti del governo.
"Nessuna crisi, un articolo o un'intervista" non cambia nulla, afferma il presidente del Consiglio. La linea deve essere guidata dalla sede del governo, il 'refrain'. Conte al suo ministro ("Sono pronto a soccorrere tutti i membri del governo", dice sul caso della 'Sea Watch') manda a dire di voler subito un tavolo sulla riforma perché è necessario "un patto fiscale", non basta la modifica di un'aliquota, serve "nuova trasparenza tra i contribuenti" e lo Stato.
Ma soprattutto fa pesare il suo ruolo di presidente del Consiglio: "È arrivato il momento di presentare proposte concrete" e di tradurre in fatti le parole. La richiesta - al pari di quella dei pentastellati che invitano la Lega a dire chiaramente se voglia la crisi oppure no - è quella di sempre: il partito di via Bellerio indichi le coperture: "Io sul fisco sono il più ambizioso di tutti".